Smartphone vietati a scuola: dal 1° settembre 2025 cambia tutto

Rosalia Cimino

11 Settembre 2025

Smartphone vietati a scuola: cellulare su un banco

Smartphone vietati a scuola: dal 1° settembre 2025 cambia tutto

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Smartphone vietati a scuola: dal 1° settembre 2025 entra ufficialmente in vigore un provvedimento destinato a segnare una svolta nella vita scolastica di milioni di studenti italiani, con il divieto di usare il cellulare anche nelle scuole secondarie di secondo grado. 

La Disposizione Ministeriale n. 3392, firmata dal ministro Giuseppe Valditara, estende così ai licei e agli istituti tecnici e professionali il divieto già applicato nelle scuole secondarie di primo grado, introducendo regole più severe e uniformi su tutto il territorio nazionale.

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Il perché degli smartphone vietati a scuola: salute, concentrazione e benessere degli studenti

La decisione di vietare il cellulare a scuola non nasce dal nulla: diversi studi internazionali condotti da OCSE, OMS e Istituto Superiore di Sanità hanno evidenziato i rischi legati all’uso eccessivo degli smartphone in età adolescenziale. Tra le criticità principali emergono:

  • riduzione della capacità di concentrazione;
  • peggioramento dei risultati scolastici;
  • aumento dei disturbi legati ad ansia, insonnia e isolamento sociale.

Il nuovo decreto che prevede gli smartphone vietati a scuola punta quindi a ricreare un ambiente di apprendimento più sereno ed equilibrato, in cui lo smartphone non diventi fonte di distrazione o di disagio.

Le sanzioni previste

La Disposizione Ministeriale n. 3392 stabilisce che qualsiasi dispositivo elettronico personale – compreso il cellulare – debba rimanere spento per l’intera durata dell’orario scolastico, inclusi i momenti di ricreazione. 

Non è consentito l’utilizzo nemmeno per finalità didattiche, segnando una linea di confine netta. Ogni istituto, nel rispetto della propria autonomia, dovrà aggiornare il Regolamento d’Istituto e il Patto di Corresponsabilità Educativa. 

Le sanzioni previste seguiranno una progressione che parte dal semplice richiamo verbale fino al sequestro temporaneo del dispositivo, con restituzione in alcuni casi esclusivamente ai genitori. In questo modo, le famiglie diventano parte attiva nel processo educativo e disciplinare.

Smartphone vietati a scuola: cosa stanno facendo gli istituti

L’introduzione del divieto non si traduce in un’applicazione uniforme: ogni scuola sta interpretando le nuove regole con soluzioni proprie.

Alcune scuole hanno scelto una politica senza compromessi, invitando le famiglie a scoraggiare i ragazzi dal portare con sé gli smartphone a scuola. L’obiettivo è ridurre al minimo la presenza dei dispositivi all’interno degli edifici.

Altri istituti hanno scelto di allargare il divieto non soltanto agli smartphone, ma anche a tecnologie indossabili” e accessori digitali come smartwatch, auricolari wireless, smart ring e perfino occhiali connessi. La regola, inoltre, non riguarda soltanto gli studenti: anche docenti e personale ATA devono attenersi alle stesse prescrizioni, in nome di un approccio collettivo e coerente.

Altre scuole hanno, infine, preferito adottare un’impostazione ancora più severa: niente cellulari in classe neppure per attività didattiche. La scelta è stata motivata con le difficoltà organizzative legate alla custodia di centinaia di dispositivi, spesso molto costosi, che rischierebbero di diventare fonte di contenziosi e responsabilità aggiuntive per la scuola.

Al di là delle diverse modalità di applicazione, resta però un punto fermo: la volontà di tutti gli istituti di creare un contesto scolastico più sereno, concentrato sullo studio e meno invaso da distrazioni digitali.

Un cambiamento culturale oltre la scuola

Il provvedimento non è soltanto una misura disciplinare, ma un vero e proprio cambio di paradigma culturale. Limitare l’uso degli smartphone in classe significa riportare l’attenzione sulla relazione diretta, sul dialogo e sulla socialità

Per gli studenti, si tratta di una sfida che potrà contribuire a migliorare l’equilibrio tra vita digitale e vita reale, riducendo i rischi legati all’abuso tecnologico.

In prospettiva, la norma potrebbe incidere positivamente non solo sul rendimento scolastico, ma anche sulla salute psicofisica delle nuove generazioni, segnando l’inizio di un approccio educativo più consapevole.