Una significativa protesta docenti a Bolzano sta interessando il sistema scolastico dell’Alto Adige, dove gli insegnanti delle scuole italiane e tedesche hanno avviato una mobilitazione congiunta e senza precedenti. L’azione di dissenso, che si concretizza nel blocco totale delle gite d’istruzione e di tutte le attività integrative non obbligatorie, è finalizzata a ottenere un adeguato riconoscimento economico e a denunciare un carico di lavoro burocratico e organizzativo non retribuito.
L’Unione delle Scuole Italiane e Tedesche nella Mobilitazione
Il movimento ha origine dal basso, grazie alla formazione spontanea del “Gruppo Dignità Istruzione Docenti”, un coordinamento nato all’interno di un liceo del capoluogo e rapidamente diffusosi in numerosi altri istituti del territorio.
L’adesione alla mobilitazione si è rivelata molto alta, con percentuali che hanno raggiunto il 95% del corpo docente in diversi plessi. Un elemento determinante di questa azione è la collaborazione inedita tra il personale docente di lingua italiana e quello di lingua tedesca.
Per consolidare l’azione comune, è stata organizzata una riunione online a cui hanno partecipato insegnanti di entrambi i gruppi linguistici, con l’obiettivo dichiarato di unire le forze per rivendicare maggiore dignità professionale.
Un Fronte Comune: la Riunione del 18 Settembre
La mobilitazione, nata dal basso ma sostenuta dalle organizzazioni sindacali, si prepara a un momento organizzativo essenziale. Per giovedì 18 settembre è, infatti, in programma una riunione online per unire le forze con i colleghi della scuola tedesca, che per primi hanno avviato le azioni di protesta.
L’incontro vedrà una nutrita partecipazione di insegnanti provenienti da numerosi istituti bolzanini, tra cui i licei Torricelli e Carducci, l’istituto tecnico Battisti e la scuola Claudia de’ Medici.
All’ordine del giorno vi sarà il confronto su un doppio fronte, ritenuto inscindibile dai promotori: da un lato il riconoscimento professionale, dall’altro un adeguamento economico che risponda alle esigenze del territorio.

Le Rivendicazioni della Protesta Docenti a Bolzano
Al centro della vertenza emergono diverse criticità che affliggono la condizione lavorativa degli insegnanti.
Il personale docente denuncia un progressivo svilimento della professione, appesantita da un numero eccessivo di attività extrascolastiche che finiscono per interferire con la didattica ordinaria.
I rappresentanti del movimento hanno sottolineato come le scuole non possano essere considerate alla stregua di un “supermercato dove ognuno viene a proporre la propria merce”.
Tra le rivendicazioni principali spicca la richiesta di una drastica riduzione degli oneri burocratici e il recupero di una centralità della qualità dell’insegnamento.
Gli insegnanti lamentano, inoltre, la gestione di una “impressionante mole di lavoro sommerso”, che non riceve alcun riconoscimento né economico né sociale, un aspetto fondamentale della loro protesta docenti a Bolzano.
La Questione Economica: Aumenti Giudicati Insufficienti
Sebbene la Provincia Autonoma di Bolzano abbia stanziato degli aumenti retributivi, con importi lordi annui compresi tra 4.000 e 5.190 euro e con effetto retroattivo dal gennaio 2025, i docenti li ritengono del tutto inadeguati.
Tale valutazione nasce dal confronto con l’elevato costo della vita che caratterizza la provincia.
A questa misura si aggiunge l’annuncio di un ulteriore stanziamento di 330 milioni di euro per il triennio 2026-2028, destinato a futuri aumenti salariali.
Nonostante le aperture dell’amministrazione provinciale, il corpo docente non considera queste iniziative sufficienti a colmare il divario esistente. La mobilitazione, pertanto, prosegue senza variazioni, a conferma della determinazione nel perseguire gli obiettivi prefissati.
L’Impatto su Famiglie e Studenti e le Prospettive del Dialogo
La protesta docenti a Bolzano sta avendo un impatto diretto sull’offerta formativa e sulla vita delle famiglie.
In risposta alla sospensione delle iniziative scolastiche, alcuni genitori hanno già avviato raccolte fondi e percorsi autogestiti per organizzare in autonomia esperienze formative per i propri figli.
Una situazione del genere ha spinto la Consulta provinciale dei genitori a intervenire, con una sollecitazione formale all’apertura di un tavolo di confronto costruttivo tra l’amministrazione e i rappresentanti dei docenti.
L’auspicio della Consulta è che si possa giungere rapidamente a una soluzione condivisa, per evitare che le conseguenze di una vertenza prolungata ricadano interamente sugli studenti e sulle loro famiglie.


