Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, interviene per chiarire i contenuti e gli obiettivi della legge sul consenso informato, sottolineando la distinzione tra educazione sessuale e prevenzione dei femminicidi.
L’educazione sessuale resta un elemento fondamentale dei programmi scolastici, afferma il Ministro, ma viene collocata nel contesto delle scienze, con particolare attenzione alla consapevolezza del corpo, alla sessualità sicura e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. La legge, spiega Valditara, rafforza il rispetto per le famiglie e la qualità dei contenuti educativi.
Obiettivi e programmi dell’educazione sessuale a scuola
L’educazione sessuale viene confermata come parte integrante dei programmi scolastici di scienze. Gli studenti apprendono:
- I cambiamenti legati alla pubertà;
- Le differenze biologiche tra maschi e femmine;
- La prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili;
- Il processo di concepimento e riproduzione.
Valditara chiarisce che introdurre educazione sessuale non significa affrontare temi di violenza o femminicidi, evidenziando che i dati dei Paesi del Nord Europa mostrano che una maggiore alfabetizzazione sessuale non riduce automaticamente i casi di violenza sessuale.
I genitori diventano gli attori principali del consenso informato
La legge sul consenso informato sottolinea il ruolo centrale dei genitori nell’educazione dei figli, in linea con l’articolo 30 della Costituzione. Essi decidono se i propri figli adolescenti possano partecipare a lezioni su identità di genere e altri temi sensibili. Inoltre:
- I corsi devono essere tenuti da professionisti qualificati, come psicologi, medici o docenti universitari;
- Non è prevista la partecipazione di associazioni con finalità ideologiche, anche se finanziate con fondi pubblici.
Il principio guida è garantire la libertà educativa delle famiglie e la serietà dei contenuti scolastici, evitando confusione tra i bambini e tutelando il rispetto reciproco.
Legge sul consenso informato: manca qualcosa?
Valditara sottolinea che la riforma sul consenso informato non limita l’educazione, ma ne rafforza la qualità. La legge, a suo avviso, tutela sia la libertà educativa dei genitori sia la corretta informazione degli studenti, promuovendo un approccio consapevole e rispettoso nelle scuole italiane.
Da non trascurare, però, il fatto che – oltre alle nozioni scientifiche – è fondamentale che l’educazione sessuale fornisca agli studenti strumenti di consapevolezza e autonomia.
In assenza di un percorso chiaro e scientificamente fondato, aumentano i rischi di disinformazione, stereotipi di genere e comportamenti a rischio, dalle infezioni sessualmente trasmissibili alle relazioni conflittuali.
La scuola, quindi, non può limitarsi a insegnare biologia: deve fornire conoscenze concrete e strumenti di consapevolezza, preparando gli studenti a scelte responsabili e a una vita relazionale più sicura e rispettosa.


