Viaggi d’istruzione 2025: caos organizzativo e nuove regole che preoccupano i dirigenti

Rosalia Cimino

31 Ottobre 2025

Viaggi d’istruzione 2025: ragazzi che aspettano autobus

Viaggi d’istruzione 2025: caos organizzativo e nuove regole che preoccupano i dirigenti

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La partenza dei viaggi d’istruzione 2025 rischia di trasformarsi in un percorso a ostacoli. La recente Nota ministeriale 7254 del 23 settembre 2025, emanata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, intendeva semplificare l’organizzazione delle gite scolastiche affidando agli Uffici scolastici regionali (USR) il ruolo di stazioni appaltanti qualificate

In teoria, un passo verso l’efficienza. In pratica, un meccanismo che – almeno per ora – sembra incepparsi, lasciando le scuole in una fase di incertezza e rallentamento.

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La riforma che doveva semplificare: cosa prevede e cosa non funziona per i viaggi d’istruzione 2025

Secondo quanto stabilito dal DPCM 185/2024, gli Uffici scolastici regionali dovrebbero supportare gli istituti nella gestione delle gare per i viaggi d’istruzione 2025, sollevando i dirigenti da oneri burocratici e procedure complesse. Tuttavia, la realtà raccontata dalle scuole è ben diversa.

Come denuncia l’ANQUAP (Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche), i 161 funzionari previsti per potenziare gli uffici regionali non risultano ancora operativi

Nel frattempo, gli istituti si trovano a dover programmare i viaggi d’istruzione senza riferimenti chiari, né strumenti concreti per agire. Il risultato? Ritardi, confusione e rischio di cancellazioni.

A oggi, non è ancora disponibile l’elenco ufficiale delle stazioni appaltanti qualificate, e sul portale ANAC non compaiono Uffici scolastici attivi in questo ruolo. La macchina amministrativa, insomma, non è ancora partita.

ANQUAP: “Le scuole non sono centrali d’appalto, ma luoghi di formazione”

Il nodo principale, secondo l’ANQUAP, non è solo burocratico ma culturale. Le scuole non possono essere trattate come centrali di committenza, perché la loro missione è educativa, non amministrativa.

La normativa sembra infatti costruita su un modello di gestione pubblica generico, poco adatto a un contesto didattico, dove la priorità è la crescita degli studenti, non la compilazione di bandi e procedure d’appalto.

Un aspetto positivo arriva però dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), che ha chiarito come le scuole possano essere considerate “stazioni appaltanti sub-centrali”

Ciò consente di accedere a una soglia comunitaria più alta – 221.000 euro – semplificando alcuni passaggi. Ma resta il fatto che, senza una struttura di supporto funzionante, ogni istituto rischia di trovarsi solo di fronte a una normativa complessa e in continua evoluzione.

Un sistema che perde di vista l’obiettivo educativo

La preoccupazione maggiore espressa dalle scuole e dai dirigenti è che, in mezzo a procedure e vincoli, si perda di vista la finalità pedagogica dei viaggi d’istruzione 2025

Le gite non sono semplici trasferte logistiche: rappresentano esperienze formative essenziali per la crescita personale e culturale degli studenti.

L’appello dell’ANQUAP è chiaro: servono regole pensate per la scuola, non adattate da altri contesti. Solo così sarà possibile restituire senso e valore a un’attività che, negli ultimi anni, ha già subito battute d’arresto per motivi economici e burocratici.

Tra attese e speranze per un modello più umano di scuola

Il progetto ministeriale, nato per semplificare, rischia di ottenere l’effetto opposto. Le scuole chiedono chiarezza, strumenti e personale. Ma soprattutto, chiedono che la burocrazia non schiacci la dimensione educativa dei viaggi d’istruzione.

Una scuola efficiente non è quella che compila più moduli, ma quella che riesce a portare i suoi studenti nel mondo, offrendo esperienze che lasciano un segno ben oltre le aule.