La replica del Dott. Leone: “Educazione sessuale spetta alla famiglia, la scuola si concentri sulle materie curriculari”

La Scuola Oggi

31 Ottobre 2025

La replica del Dott. Leone: genitori parlano di educazione sessuale con i figli

La replica del Dott. Leone: “Educazione sessuale spetta alla famiglia, la scuola si concentri sulle materie curriculari”

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In merito al nostro recente articolo sul sondaggio relativo all’educazione sessuale a scuola, pubblichiamo la replica del Dott. Luciano Leone. Il Medico Chirurgo, specialista in Pediatria e membro del Comitato ProLife Insieme, esprime una netta posizione critica sul ruolo formativo della scuola in tale ambito, sottolinea il primato educativo della famiglia sancito dalla Costituzione e contesta i modelli internazionali di educazione sessuale.

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La replica del Dott. Leone

“I promotori del “questionario anonimo” dai cui risultati traggono le successive conclusioni, sembrano dimenticare che l’art.30 della Costituzione stabilisce che “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.” 

La scuola ha, pertanto, funzione sussidiaria a quella dei genitori e delle famiglie, mentre i promotori pretenderebbero sostituirsi a loro, espropriarli dei loro diritti e doveri. Un tale tipo di scuola è degna del più totale stalinismo.

I dati del questionario anonimo confermerebbero “come la scuola, che dovrebbe essere il primo luogo di educazione e prevenzione, sia oggi marginale nella formazione sui temi della sessualità, della contraccezione, della salute riproduttiva”. 

In primo luogo sarebbe necessario conoscere come sia stato formulato tale questionario, a quali persone sia stato proposto, quanti abbiano risposto; diversamente i dati derivati risultano privi di qualsiasi significato.

In secondo luogo un conto è spiegare come sia strutturato il corpo umano nei due sessi, che sono e restano soltanto due; un conto è addentrarsi nell’intimità di ciascuno, violandola e persino plagiandola. Chi desideri informazioni su mezzi contraccettivi dovrebbe rivolgersi ai medici, e sperare nell’onestà delle loro risposte. 

Risposte oneste sarebbero invitare al rispetto di sé stessi e degli altri, ed evidenziare che non esistono mezzi contraccettivi sicuri per il risultato, ed innocui per la salute di chi ne faccia uso.

Esaminiamo un attimo il “modello CSE – Comprehensive sexuality education (educazione sessuale estensiva o olistica)” dell’ONU ovvero le “raccomandazioni internazionali” di OMS e di UNESCO e del BZgA Bundeszentrale fur Gesundheitliche Aufklarung Centro federale per l’Educazione alla Salute https://whocc.bioeg.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/BZgA_GuidanceImplementation_Italian.pdf:  

  • “gioco del dottore” per i bambini più piccoli, “prime esperienze sessuali e contraccezione” per età 9-12 anni, con solerti spiegazioni riguardo ad “età per il consenso legalmente valido ai rapporti sessuali, fare esperienze sessuali protette e gratificanti; procurarsi e utilizzare correttamente preservativi e contraccettivi i” per età 12-15 anni; immancabilmente “gravidanza (anche nelle relazioni omosessuali) ed infertilità, aborto, contraccezione, contraccezione d’emergenza, fallimento della contraccezione” per età 15 anni e successivi.  

La replica del Dott. Leone: una classe durante la lezione

In altri termini si promuove la sessualizzazione precoce, che espone bambini ed adolescenti a grooming (adescamento) e ad ogni altra esperienza negativa.

Allora tocchiamo con mano il Paradosso Nordico: la Svezia detiene il primato assoluto per femminicidi, per stupri, il 30% delle svedesi lamenta violenze domestiche. 

Violenza sulle donne assai maggiore nei Paesi cosiddetti più sviluppati: USA, UK, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, in Italia in Emilia Romagna. (1) (2) (3) (4)

La terza, ma ancor più decisiva considerazione è che in una società democratica la scuola è deputata a formare la capacità critica degli alunni, i quali potranno conseguentemente orientarsi nella vita e compiere scelte responsabili anche nella sfera della loro vita di relazione.

La scuola afferma il suo valore formativo se concentra la sua attività su alcuni pochi punti chiave: corretto insegnamento della lingua italiana, della storia, della geografia, della matematica e delle scienze,delle materie curriculari delle scuole superiori. 

Si assiste invece alla dispersione in mille rivoli di interventi estranei e dispersivi. Conseguentemente gli allievi vengono incentivati al nulla ed escono sufficientemente ignoranti e privi di capacità critiche nei riguardi di afferenze (internet, chat, influencer, media, IA) disturbanti e addirittura patologiche. 

Risulta ovvio che esista correlazione tra inconsistenza formativa e fenomeni quali abuso di alcol, stupefacenti e comportamenti antisociali di ogni genere.

In conclusione: sono i genitori che devono offrire ai figli esempio di affettività e rispetto, e prendere l’iniziativa di parlare con i figlioli in rapporto con la loro peculiare fase di sviluppo. 

Sono semmai i genitori che dovrebbero essere sensibilizzati, non certo bambini e adolescenti affidato ad “esperti”, la cui preparazione e moralità può ben essere criticata.

L’Italia, distaccandosi dall’andazzo dei Paesi che hanno sperimentato e continuano a sperimentare il fallimento delle loro politiche di sessualizzazione precoce, può costituire esempio trainante per una sana inversione di tendenza.”