Il sistema di reclutamento dei docenti in Italia è al centro di un persistente dibattito. La figura di Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, torna a sollecitare una riforma strutturale, basata sull’introduzione di un meccanismo di reclutamento a doppio canale. L’obiettivo dichiarato è superare la precarietà storica che affligge la categoria e rispondere alle legittime attese degli insegnanti, i quali, come sottolineato dallo stesso Pittoni, “non possono attendere tutta la vita”.
La Critica al “Selezionificio” e i Limiti del Sistema Attuale
L’attuale sistema di accesso alla professione docente è stato definito da Mario Pittoni, già presidente della commissione Cultura al Senato, come un “selezionificio senza fine“.
Tale definizione fotografa una realtà complessa, caratterizzata da un susseguirsi di procedure concorsuali, percorsi abilitanti frammentati e una gestione delle graduatorie che spesso genera più incertezza che stabilità.
Per anni, i docenti sono stati costretti a navigare tra concorsi ordinari, straordinari, procedure riservate e percorsi formativi a numero chiuso, senza una chiara prospettiva di immissione in ruolo.
Un simile impianto non solo alimenta il bacino del precariato, ma rende anche estremamente difficoltoso per l’amministrazione coprire tempestivamente le cattedre vacanti.
La critica mossa da Pittoni evidenzia come la carriera dell’insegnante si sia ridotta a un percorso a ostacoli, che logora i professionisti e depotenzia l’efficacia del servizio scolastico nazionale.
La Proposta della Lega: il meccanismo di reclutamento a doppio canale
La soluzione proposta dalla Lega per smantellare il “selezionificio” è l’adozione di un meccanismo di reclutamento a doppio canale.
Si tratta di un modello, già sperimentato in passato, che prevede due vie parallele per l’accesso ai ruoli.
Il primo canale resterebbe quello del concorso pubblico ordinario, destinato ai nuovi laureati e a chi consegue l’abilitazione, basato su prove selettive che garantiscano l’accesso meritocratico.
Il secondo canale, invece, sarebbe una via di stabilizzazione riservata ai docenti precari che hanno già maturato un’esperienza significativa nelle scuole, tipicamente attraverso le Graduatorie GPS.
L’immissione in ruolo da questo secondo canale si baserebbe su criteri quali il servizio svolto e i titoli posseduti, eventualmente integrati da una prova finale o un percorso formativo agevolato.
Pittoni ha indicato che interventi come il ripristino della figura dell’idoneo e l’introduzione degli elenchi regionali sono stati primi passi verso un sistema più agile.

Il Dialogo con la Commissione Europea e i Vincoli del PNRR
Un aspetto determinante per la fattibilità della riforma è il necessario confronto con le istituzioni comunitarie. Lo stesso Pittoni ha specificato che l’operazione punta a un’intesa “con la Commissione europea”.
Tale passaggio è fondamentale, poiché l’Italia è vincolata alle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il PNRR, infatti, ha stanziato fondi ingenti per l’istruzione, subordinandoli però a riforme strutturali, inclusa quella del reclutamento del personale.
L’Unione Europea richiede procedure di assunzione trasparenti, aperte e basate sul merito, privilegiando la forma del concorso pubblico.
La vera sfida politica è, dunque, riuscire a strutturare un meccanismo di reclutamento a doppio canale che sia compatibile con i principi comunitari, in modo da bilanciare l’esigenza di stabilizzare il precariato storico italiano con le normative europee sull’accesso al pubblico impiego.
L’Attesa dei Docenti Precari e l’Urgenza della Riforma
La dichiarazione di Pittoni si conclude con un riferimento diretto alla condizione dei docenti precari.
L’esponente della Lega riconosce la pazienza della categoria, affermando che chi segue il suo lavoro “ha imparato ad aspettare“, consapevole delle difficoltà normative e dei negoziati in corso.
Tuttavia, il richiamo al noto motivo dei Ricchi e Poveri, “ma non tutta la vita!“, funge da monito. La pazienza dei lavoratori della scuola ha un limite.
Migliaia di insegnanti garantiscono da anni il funzionamento del sistema scolastico con contratti a tempo determinato, vivendo in una perenne incertezza professionale e personale. Il loro appello chiede soluzioni definitive e non più interventi tampone.
L’adozione di un efficace meccanismo di reclutamento a doppio canale è vista da molti come la risposta strutturale necessaria per porre fine a questa attesa e restituire dignità alla professione docente.


