Un brutale pestaggio a Corigliano-Rossano scuote l’Istituto Comprensivo “Erodoto”. Nei giorni scorsi, un ragazzo di seconda media è stato vittima di una violenta aggressione da parte di un coetaneo, avvenuta all’interno dei locali scolastici durante l’orario di lezione. La vittima è stata trasportata in ospedale, dove si trova ricoverata con il sospetto di un grave danno alla retina, conseguenza diretta dei pugni ricevuti al volto.
La Dinamica dell’Aggressione nell’Istituto Comprensivo
Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressione non sarebbe stata un gesto d’impeto, ma un’azione premeditata.
Il pestaggio si sarebbe consumato mentre un presunto complice bloccava l’accesso all’aula, impedendo di fatto all’insegnante e al resto della classe di intervenire.
L’aggressore avrebbe così avuto il tempo di colpire ripetutamente il compagno al viso, prima di lasciarlo a terra ferito.
L’episodio di Corigliano-Rossano solleva interrogativi profondi sulla sicurezza all’interno degli istituti e sulla capacità di intercettare i segnali di disagio prima che sfocino in atti simili.
La vicenda, avvenuta a poche centinaia di metri di distanza dalla caserma del Reparto Territoriale dei Carabinieri, ha inevitabilmente superato il riserbo mantenuto dall’istituto, per accendere un faro su un fenomeno che preoccupa l’intera comunità.
Le Conseguenze Sanitarie e il Dibattito sui Social
Mentre lo studente ferito affronta accertamenti sanitari per valutare l’entità del danno all’occhio (si sospetta un danno alla retina), la discussione si è immediatamente spostata sulla piazza virtuale. I social media sono diventati il veicolo principale per lo sfogo e l’analisi dell’accaduto.
Un genitore, in un post diventato virale, ha denunciato l’episodio con parole dure, puntando il dito contro un fallimento collettivo: “Mandiamo i nostri figli a scuola sicuri del posto dove si trovano, ma è solo un’illusione. Un bambino di undici anni è stato preso a calci e pugni in faccia. L’omertà che ci circonda fa ancora più paura. Quel bambino è il figlio di tutti, di un’intera comunità che ha fallito”.
Il commento ha generato centinaia di reazioni, tra indignazione e richieste di intervento.

Il Brutale Pestaggio a Corigliano-Rossano e le Diverse Versioni
Alla denuncia della presunta “omertà” si è contrapposta un’altra versione dei fatti, diffusa sempre attraverso i social. Un secondo post ha invitato a non emettere giudizi sommari, suggerendo che l’aggressore avrebbe reagito a seguito di “provocazioni e insulti“.
Sebbene il post non giustifichi l’atto violento, cerca di ricondurlo a una dinamica conflittuale pregressa, negando la natura di bullismo sistematico.
L’autore del messaggio ha, inoltre, precisato che il ragazzo responsabile è “in punizione e sta pagando per il gesto”.
Emergono così due narrazioni contrastanti che, tuttavia, non modificano la sostanza del problema: il brutale pestaggio a Corigliano-Rossano è avvenuto in un’aula scolastica, sintomo di un disagio giovanile che la scuola e la società faticano a gestire.
Il Contesto Normativo e la Responsabilità della Vigilanza
Al di là delle responsabilità individuali, episodi di violenza come quello dell’Istituto “Erodoto” richiamano inevitabilmente il tema della culpa in vigilando. Il personale scolastico ha il dovere giuridico di sorvegliare gli allievi per tutto il tempo in cui sono affidati alla loro custodia.
La presunta dinamica, con l’insegnante bloccato fuori o dentro l’aula, impone una riflessione sull’organizzazione della sorveglianza e sulle misure di sicurezza. Se la ricostruzione fosse confermata, emergerebbero profili di responsabilità organizzativa.
È fondamentale per le istituzioni scolastiche non solo reagire all’emergenza, ma adottare piani di prevenzione efficaci che garantiscano l’incolumità fisica e psicologica degli studenti, come previsto dalle normative sulla sicurezza e dal regolamento d’istituto.
Prevenzione della Violenza a Scuola: Oltre l’Emergenza
La gestione di simili episodi non può limitarsi alla sanzione disciplinare. È essenziale che l’istituzione scolastica attivi percorsi educativi mirati e, se necessario, un supporto psicologico sia per la vittima che per l’aggressore.
Il fallimento della “comunità” citato sui social evidenzia la necessità di rafforzare l’alleanza educativa tra scuola e famiglie. Il dialogo, spesso interrotto o conflittuale, assume un ruolo determinante per intercettare i segnali di disagio.
Progetti sulla gestione dei conflitti, sull’educazione alla legalità e sull’empatia non devono essere attività accessorie, ma devono costituire parte integrante dell’offerta formativa, specialmente in un’età delicata come quella della scuola secondaria di primo grado.
L’Avvio delle Indagini da Parte delle Autorità
La parola passa ora alle forze dell’ordine. I Carabinieri avrebbero già acquisito le prime informazioni per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
L’indagine dovrà chiarire la natura dell’aggressione, il livello di premeditazione e l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nel ruolo di complici.
Sarà compito degli inquirenti valutare se dietro l’azione vi sia stata una regia collettiva o un’azione individuale.
Indipendentemente dalle responsabilità penali, che coinvolgono minori e saranno gestite dalla Procura competente, il brutale pestaggio a Corigliano-Rossano lascia un segno profondo sulla comunità scolastica, chiamata a interrogarsi su come il rispetto e il dialogo possano tornare ad essere i pilastri fondamentali dell’ambiente educativo.


