Le novità sulla pensione per docenti arrivano in seguito al rinnovo del contratto scuola 2022-2024, che introduce importanti aggiornamenti economici per insegnanti e personale ATA. Gli aumenti in busta paga diventeranno effettivi tra gennaio e febbraio 2026, ma avranno effetti anche sui trattamenti pensionistici di chi è già andato o andrà presto in pensione.
Vediamo nel dettaglio come funzionano arretrati, ricalcoli e tempistiche per il personale scolastico.
Pensione docenti: chi riceverà gli arretrati e gli aumenti del nuovo contratto
Con il rinnovo del CCNL Scuola 2022-2024, anche i pensionati potranno beneficiare di alcuni vantaggi economici. Insieme agli aumenti previsti dal nuovo contratto, docenti e personale ATA che sono andati in pensione nel 2024 o nel 2025 riceveranno gli arretrati spettanti.
Chi invece ha cessato il servizio nel 2022 o nel 2023 non avrà diritto agli arretrati relativi al biennio successivo, ma potrà comunque beneficiare di un ricalcolo dell’assegno pensionistico basato sulle nuove tabelle retributive.
Novità sulla pensione per docenti: ricalcolo automatico, ma con tempi variabili
Tra le principali novità sulla pensione per docenti c’è la conferma che il ricalcolo avverrà in modo automatico.
Il processo parte dalle segreterie scolastiche, che aggiornano gli inquadramenti economici; i dati vengono poi inviati alla Ragioneria dello Stato, che effettua il controllo e trasmette le informazioni all’INPS per il ricalcolo dell’assegno.
Tuttavia, i tempi possono variare. L’INPS tende infatti a dare priorità a chi deve ancora ottenere la pensione rispetto a chi deve solo un aggiornamento.
Se, dopo un periodo ragionevole, il ricalcolo non è ancora stato effettuato, è consigliabile contattare il dirigente scolastico o l’Ambito Territoriale per verificare l’avanzamento della pratica.
Arretrati e procedure: cosa deve fare il personale in pensione
Fra le novità sulla pensione per docenti, spicca quella per cui non sarà necessario presentare alcuna domanda per ricevere gli arretrati: il pagamento verrà gestito direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Alle scuole spetterà però il compito di aggiornare le ricostruzioni di carriera e trasmettere le nuove tabelle retributive alla Ragioneria, che dovrà validarle prima che il MEF proceda all’erogazione delle somme.
Chi è andato in pensione il 1° settembre 2023 o negli anni immediatamente precedenti riceverà quindi l’adeguamento della pensione in base agli aumenti 2024, anche se senza arretrati per il biennio successivo.
In ogni caso, tutti i pensionati del comparto scuola vedranno un miglioramento dell’assegno mensile grazie al nuovo contratto.
Un rinnovo che valorizza anche chi è già in pensione
Le novità sulla pensione per docenti segnano un passo avanti nella tutela del personale scolastico, attivo e in quiescenza.
Gli aumenti contrattuali del triennio 2022-2024 avranno un impatto positivo non solo sulle buste paga future, ma anche sui trattamenti pensionistici già in corso.
Sebbene i tempi di attuazione siano lunghi, gli aggiornamenti arriveranno in modo automatico, garantendo a tutti il giusto riconoscimento economico per il lavoro svolto.


