Abusi nelle Università Italiane: 243 casi in 8 mesi, soluzioni e interventi Crui

La Scuola Oggi

5 Marzo 2025

Abusi nelle Università Italiane: 243 casi in 8 mesi, soluzioni e interventi Crui

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Un’indagine della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) ha portato alla luce dati specifici su abusi, molestie e violenze di genere nelle università italiane. Tra marzo e novembre 2024, sono state registrate 243 segnalazioni che evidenziano la drammatica diffusione di questi fenomeni negli atenei.

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Sportelli Antiviolenza: le Università ancora carenti

Lo studio rivela che diverse università stanno organizzando sportelli di ascolto e servizi di supporto per chi subisce molestie e discriminazioni.

Tuttavia, la loro diffusione è ancora limitata. Tant’è che solo 18 università hanno istituito tali servizi, mentre il 75% degli atenei è ancora sprovvisto di uno sportello specifico.

L’indagine rivela che 9 università hanno riportato più di 10 casi di abusi e molestie. Alcuni di questi atenei hanno visto i loro casi diventare notizie di risonanza nazionale ed hanno portato all’allontanamento dei docenti coinvolti.

Si tratta di dati preoccupanti che evidenziano la necessità di una risposta univoca a livello nazionale.

E, da parte sua, Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui, ha sottolineato come questi dati rappresentino un punto di partenza per aumentare la consapevolezza su questo tema e implementare misure più rigide.

In questo contesto, infatti, l’obiettivo principale è rappresentato dall’inasprimento delle sanzioni nei confronti degli autori degli abusi, ma anche dalla promozione della cultura del rispetto fin dalla scuola dell’obbligo.

Pressioni Psicologiche e Mobbing: un fenomeno diffuso

Oltre agli abusi di natura fisica e sessuale, l’indagine evidenzia un impatto significativo delle pressioni psicologiche. Il 38% delle segnalazioni riguarda molestie psicologiche, stalking e mobbing.

Tuttavia, un significativo elemento di preoccupazione è rappresentato dalla bassa frequenza di segnalazioni nelle università del Sud. Per affrontare tale criticità, la Crui ha infatti incaricato la rettrice dell’Università di Messina di coordinare un piano d’azione specifico per il Mezzogiorno, volto a superare le barriere culturali e a incentivare le denunce.

Negli ultimi anni, inoltre, i rettori hanno richiesto strumenti più incisivi per sanzionare gli abusi nelle loro istituzioni. Un passo importante in tale direzione è stato il licenziamento di un primario a Pavia, accusato di molestie.

Da parte sua, la presidente della Crui ribadisce che la lotta contro la violenza di genere deve iniziare prima del livello universitario, includendo scuole e centri antiviolenza.

“Il cambiamento culturale – ha commentato auspicando politiche educative più incisive – deve cominciare fin dall’infanzia. Se si tarda a intervenire, si giunge all’università con problemi già consolidati.