“Purtroppo il TFA Sostegno VIII ciclo 2023 non sarà risolutivo”. Ad affermarlo – nel corso di un’intervista concessa al nostro giornale – è Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola. Parole che arrivano a pochi giorni dalla pubblicazione del Decreto Ministeriale n. 694/2023 che ha autorizzato l’avvio dei percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. “L’offerta formativa – ha aggiunto – resta estremamente disomogenea a livello Regionale e nei confronti del fabbisogno”.
A supporto della propria tesi, la stessa riferisce, quindi, dei dati incontrovertibili: “A fronte di 5.075 posti messi a bando in sette regioni centro settentrionali (Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria) ne abbiamo 5.000 nella sola Sicilia e 3.540 in Campania”.
“Considerato il diverso fabbisogno tra Regioni – fa notare Barbacci – si capisce come il gap tra disponibilità di docenti specializzati e alunni disabili sia ben lungi dall’essere colmato. Lo dimostra anche l’enorme numero di contratti a tempo determinato che ogni anno, nelle regioni del nord, vengono stipulati con personale non specializzato”.
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SOMMARIO
Toggle- TFA Sostegno VIII ciclo 2023, CISL Scuola: “Sì alla quota di riserva”
- I 24 CFU e la specializzazione all’estero sul sostegno
- TFA Sostegno VIII ciclo 2023, il problema della continuità didattica
- Il Sostegno da Nord a Sud: “Restituire al sistema scolastico un ruolo attivo”
- TFA Sostegno, le proposte della CISL Scuola: “Revisione dei criteri e regia nazionale”
TFA Sostegno VIII ciclo 2023, CISL Scuola: “Sì alla quota di riserva”
Un punto sul quale l’esponente della CISL Scuola si dimostra, invece, pienamente d’accordo con la scelta operata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) è quello relativo alla quota di riserva del 35%. Quest’ultima prevede, infatti, che i docenti con 3 anni di servizio sul sostegno negli ultimi 5 anni accedano direttamente alla prova scritta, senza dover prima sostenere la prova preselettiva.
“L’accesso dei docenti cosiddetti triennalisti direttamente ai percorsi di specializzazione sul sostegno – ha commentato Ivana Barbacci – ci pare una norma che tiene giustamente conto, valorizzandola, dell’esperienza maturata sul campo da docenti che hanno scelto di lavorare su questa tipologia di insegnamento. Mi chiedo piuttosto se non si sarebbe potuto fare di più, come credo fosse necessario”.
I 24 CFU e la specializzazione all’estero sul sostegno
In merito all’ipotesi, avanzata nelle settimane scorse, di una proroga dei 24 CFU in virtù della mancata emanazione del DPCM 60 CFU, la segretaria generale della Cisl Scuola non ha dubbi. “Tenuto conto dei tempi relativi all’attivazione del TFA Sostegno VIII ciclo 2023 e ben sapendo che per una deroga del genere è necessaria una disposizione di legge, mi pare di poter dire, ammesso che ce ne sia la volontà, che non ci sono i tempi tecnici. Peraltro, è imminente l’avvio dei nuovi percorsi di abilitazione”.
Idee chiare anche per quanto concerne la specializzazione all’estero sul sostegno. “Come per le abilitazioni – ha detto – anche la specializzazione per il sostegno conseguita all’estero sottolinea quanto sia scarsa l’offerta formativa disponibile sul territorio nazionale. Proprio a causa anche del limitato numero di posti disponibili nei vari corsi molti sono indotti a conseguire i titoli presso Università di Paesi stranieri”.
TFA Sostegno VIII ciclo 2023, il problema della continuità didattica
Nei mesi scorsi – parlando del TFA Sostegno VIII ciclo 2023 – il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si è soffermato su alcuni “punti critici” quali:
- “la discontinuità del rapporto tra alunno e insegnante di sostegno a causa dei troppi cambi di insegnanti durante il ciclo scolastico”;
- “l’insufficienza numerica dei docenti e la loro ancora limitata formazione specializzata”;
- “la perdurante carenza dell’implementazione delle tecnologie informatiche e le troppe barriere architettoniche”.
Secondo i dati Istat, infatti, al 59% degli alunni disabili non viene garantita la continuità didattica. Mentre il 66% non partecipa alle gite con pernottamento. Il Ministro ha, al riguardo, annunciato l’intenzione di procedere ad una riforma del sostegno. Abbiamo, quindi, chiesto alla segretaria generale della CISL Scuola quali sono le misure che a suo parere andrebbero attuate.
“Sicuramente – ha risposto Barbacci – la carenza di docenti specializzati, come ho già avuto modo di dire, è alla base delle difficoltà denunciate. La mancata corrispondenza tra fabbisogno di docenti specializzati e offerta formativa delle Università contribuisce in modo rilevante a peggiorare questa situazione. Ma voglio ribadire che il vero ostacolo alla continuità è il numero abnorme di posti coperti da supplenti, che per forza cambiano ogni anno.
Il Sostegno da Nord a Sud: “Restituire al sistema scolastico un ruolo attivo”
In merito all’evidente differenza relativa alla disponibilità di posti tra Nord e Sud, Ivana Barbacci ha osservato: “Lo stiamo rilevando e denunciando da tempo, a dimostrazione di come manchi o sia insufficiente una linea di indirizzo e di regia a livello nazionale. È del tutto evidente che affidare alle sole Università, e alla loro autonomia di scelta, il monopolio dell’offerta formativa è una soluzione che sta rivelando tutti i suoi limiti: secondo noi occorre restituire al sistema scolastico, che dispone di adeguate competenze oltre che di un contatto diretto con le esperienze di integrazione, un ruolo attivo come soggetto abilitato alla formazione di docenti specializzati.
TFA Sostegno, le proposte della CISL Scuola: “Revisione dei criteri e regia nazionale”
A margine dell’intervista relativa al TFA Sostegno VIII ciclo 2023, la segretaria generale della CISL Scuola, Ivana Barbacci, ha fatto il punto anche sulle proposte del sindacato.
“Stiamo sicuramente parlando – ha chiosato – di uno degli aspetti, l’integrazione dei soggetti disabili, che più qualificano il sistema di istruzione italiano. Le proposte vanno da una revisione dei criteri per la determinazione degli organici (non è possibile raddoppiare ogni anno i posti di sostegno attraverso deroghe provvisorie) alla richiesta di una regia nazionale dell’offerta formativa che tenga conto degli effettivi bisogni dei territori”.
La stessa ha, infine, concluso: “Penso sia inoltre necessario introdurre, in sede contrattuale, meccanismi che incentivino la continuità didattica: si è rivelata, già in passato, la via più opportuna da seguire. Molto più efficace di interventi per legge che pensano di risolvere in modo sbrigativo il problema semplicemente ponendo vincoli indiscriminati ai trasferimenti del personale. In palese contraddizione, fra l’altro, con le tanto sbandierate politiche di sostegno alla famiglia e alla genitorialità”.
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