Collaboratrice scolastica muore ad Alassio per un incidente sul lavoro: è allarme sicurezza nelle scuole italiane

Rosalia Cimino

22 Ottobre 2025

Collaboratrice scolastica muore ad Alassio: fiocco nero

Collaboratrice scolastica muore ad Alassio per un incidente sul lavoro: è allarme sicurezza nelle scuole italiane

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Collaboratrice scolastica muore ad Alassio: Maria Boschetto, che prestava servizio presso le scuole “Ollandini”, è deceduta tre giorni dopo un incidente avvenuto durante il lavoro. Mentre stava pulendo una finestra, l’infisso si è staccato a causa del cedimento delle cerniere, colpendola e facendola cadere.

La donna, dimessa dal pronto soccorso con una prognosi di 20 giorni, è stata trovata morta nella propria abitazione. È stato aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposta un’autopsia per accertare le cause del decesso.

L’episodio riporta drammaticamente al centro del dibattito pubblico una questione spesso ignorata: la sicurezza degli edifici scolastici italiani.

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La dinamica dell’incidente e gli sviluppi giudiziari

Collaboratrice scolastica muore ad Alassio: secondo le prime ricostruzioni, la donna stava pulendo una finestra quando le cerniere di sicurezza hanno ceduto. L’infisso si è staccato, colpendola e provocandone la caduta.

Dopo un iniziale ricovero e le dimissioni dall’ospedale, la donna è stata trovata senza vita pochi giorni dopo nella sua abitazione. La Procura ha aperto un’indagine per omicidio colposo contro ignoti per chiarire eventuali responsabilità.

Il marito ha raccontato che la mattina dell’incidente la moglie gli aveva detto: “meno male che non è successo a un alunno”. Una frase che oggi suona come un amaro monito.

Un problema strutturale: la sicurezza nelle scuole italiane

Il caso di Alassio non è isolato. In tutta Italia, migliaia di edifici scolastici presentano carenze strutturali e mancano delle certificazioni essenziali per la sicurezza nelle scuole.

Su circa 40.000 edifici scolastici statali, oltre 36.000 non dispongono di una o più certificazioni obbligatorie. Più della metà non ha il certificato di agibilità, mentre un numero significativo è privo del collaudo statico o del certificato di prevenzione incendi.

Nell’ultimo anno si sono verificati oltre 70 episodi di crolli o cedimenti in istituti scolastici italiani, con quasi venti feriti. Questi numeri mostrano una situazione di rischio diffuso e una carenza di interventi di manutenzione programmata.

I numeri

Secondo il XXV Rapporto Ecosistema Scuola 2025 di Legambiente, oltre la metà degli edifici scolastici italiani non ha il certificato di agibilità. Il rapporto segnala anche che solo il 45 % degli edifici ha superato il collaudo statico, e meno del 15 % degli edifici in zone sismiche è stato adeguato alle normative antisismiche vigenti. 

Il XXIII Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” di Cittadinanzattiva evidenzia che molti plessi scolastici non possiedono ancora certificazione di agibilità, prevenzione incendi e collaudo statico.

Come accennato nel paragrafo precedente, su 40.000 edifici scolastici statali, 36.000 non dispongono di una o più certificazioni obbligatorie, il 59,16 % non ha agibilità, il 57,68 % manca del certificato antincendio, e il 41,50 % non ha collaudo statico. 

Il fenomeno risulta in crescita: nel precedente anno scolastico i crolli erano 69, e in molti casi si trattava di episodi già “preannunciati” da segnali visibili – crepe, lesioni, infiltrazioni – che non sono stati risolti in tempo.

Collaboratrice scolastica muore ad Alassio: responsabilità e criticità del sistema

La sicurezza scolastica in Italia è una competenza condivisa tra Comuni, Province e Stato, ma spesso la mancanza di coordinamento e risorse produce ritardi negli interventi.

Molti edifici continuano a essere utilizzati nonostante l’assenza di certificazioni minime di sicurezza, perché la loro chiusura comporterebbe la sospensione delle attività didattiche. Tuttavia, questo compromesso quotidiano espone studenti e personale a rischi potenzialmente gravi.

Anche la mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria contribuisce al deterioramento delle strutture, aggravando un problema che non può più essere ignorato.

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La reazione e le richieste di intervento

Collaboratrice scolastica muore ad Alassio: la vicenda ha suscitato grande commozione e ha riaperto il dibattito sulla sicurezza scolastica.

Le organizzazioni sindacali, tra cui la UIL, hanno sottolineato come questa tragedia rappresenti un campanello d’allarme che non può essere ignorato. 

Le scuole, hanno ricordato, devono essere luoghi sicuri per chi studia e per chi lavora, e la sicurezza deve tornare a essere una priorità assoluta dell’agenda politica. Le richieste più urgenti riguardano:

  • un piano nazionale di messa in sicurezza degli edifici scolastici;
  • una programmazione pluriennale degli investimenti per evitare interventi frammentari;
  • una maggiore trasparenza nella pubblicazione dei dati sulla sicurezza degli istituti;
  • una cultura della prevenzione, che vada oltre gli adempimenti burocratici.

Dalla tragedia alle azioni concrete

Collaboratrice scolastica muore ad Alassio: l’evento tocca nel profondo l’intera comunità scolastica italiana. Ma è anche un segnale chiaro della necessità di passare dalle parole ai fatti.

La sicurezza delle scuole non può più essere considerata un tema secondario o un’emergenza temporanea. Ogni edificio deve garantire condizioni adeguate a chi ci lavora e a chi vi studia.

Solo con un impegno condiviso tra istituzioni, enti locali e cittadini sarà possibile trasformare le scuole italiane in luoghi davvero sicuri, dove tragedie come quella di Alassio non debbano più ripetersi.