Esame di Maturità 2026: come cambia la prova. Commissioni, colloquio e punteggi

Giuseppe Montone

30 Ottobre 2025

Esame di Maturità 2026: una pila di faldoni grigi etichettati "ESAMI DI MATURITÀ 2026". In primo piano, un documento intitolato "DECRETO SCUOLA N. 127/2025 NUOVA RIFORMA ESAME DI STATO"

Esame di Maturità 2026: come cambia la prova. Commissioni, colloquio e punteggi

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Il Decreto Scuola n. 127/2025, approvato definitivamente alla Camera, introduce novità rilevanti per l’Esame di Maturità 2026. La riforma, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, modifica l’assetto delle commissioni e le modalità del colloquio orale. L’obiettivo è quello di ridefinire la struttura dell’esame finale, che interessa ogni anno circa 500.000 studenti, con un ritorno alla dicitura classica di Esame di Maturità.

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La Riforma dell’Esame di Maturità: obiettivi e finalità

Il decreto legislativo n. 127/2025 – approvato in via definitiva alla Camera il 28 ottobre 2025 – restituisce la denominazione ufficiale di “Esame di Maturità”. 

Il provvedimento definisce le finalità della prova conclusiva del secondo ciclo, che non si limita alla verifica degli apprendimenti. 

L’esame ha il compito di accertare i livelli di conoscenza, abilità e competenze specifici di ogni indirizzo. 

In aggiunta, la valutazione si estende al grado di maturazione personale, all’autonomia e al senso di responsabilità dello studente. 

Assume, inoltre, una funzione orientativa, pensata per supportare i candidati nelle scelte future, sia per il proseguimento negli studi terziari, sia per l’inserimento nel mondo del lavoro.

La nuova composizione della Commissione d’Esame

Una delle modifiche più rilevanti introdotte dal DL 127/2025 riguarda la composizione delle commissioni, che saranno costituite presso istituti statali e paritari. 

La nuova struttura, valida per due classi, prevede un Presidente esterno all’istituzione scolastica. A esso si affiancheranno due membri esterni e, per ciascuna delle due classi abbinate, due membri interni

Tali commissari interni apparterranno alle aree disciplinari individuate tramite un apposito decreto ministeriale. Si tratta di una modifica sostanziale rispetto alle configurazioni degli anni passati. 

Il Ministero dovrà adottare il decreto relativo alla formazione delle commissioni entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della riforma. 

Rimane confermata la disposizione che assicura la presenza dei commissari titolari delle materie oggetto della prima e della seconda prova scritta.

Esame di Maturità 2026: studenti durante la prova scritta

Formazione dei commissari e gestione dei compensi

Il decreto introduce un percorso di formazione specifico per i docenti abilitati alla nomina come commissari, con stanziamenti dedicati già a partire dal 2026. 

A decorrere dall’anno scolastico 2026/2027, la partecipazione a tali attività formative diventerà un titolo preferenziale per la nomina. 

Sul fronte economico, la Relazione Tecnica del provvedimento chiarisce la destinazione dei risparmi derivanti dalla riduzione del numero totale dei commissari. 

Le risorse recuperate saranno impiegate per finanziare l’assicurazione sanitaria integrativa del personale, per incrementare il Fondo per l’Offerta Formativa (FOF) e per coprire i costi della stessa formazione docenti

L’aggiornamento dei compensi per presidenti e commissari resta, invece, demandato all’annuale decreto ministeriale sui compensi.

Scadenze anticipate: materie e colloquio entro il 31 gennaio

La riforma stabilisce una scadenza perentoria per le decisioni ministeriali. Entro il 31 gennaio di ciascun anno scolastico, il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrà definire gli elementi chiave dell’esame. 

In tale data saranno comunicate le discipline oggetto della seconda prova scritta, selezionate tra le materie caratterizzanti i vari percorsi di studio. 

Contestualmente, il Ministero individuerà le quattro discipline specifiche che formeranno la base del colloquio orale. 

La stessa scadenza si applica all’eventuale definizione di una terza prova scritta, prevista solo per specifici indirizzi di studio, e alle modalità organizzative precise per lo svolgimento della prova orale. 

Per gli istituti professionali, il decreto conferma l’applicazione delle disposizioni specifiche già vigenti.

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Come cambia il colloquio orale dell’Esame di Maturità 2026

Il colloquio orale dell’Esame di Maturità 2026 subisce una profonda ristrutturazione. La prova non prenderà più avvio da un documento o un materiale iniziale proposto dalla commissione (come le “buste”). 

Sarà, invece, focalizzato sulle quattro discipline specifiche scelte dal Ministero entro il 31 gennaio. 

Gli obiettivi della prova orale sono chiari: 

  • verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle discipline; 
  • valutare la capacità dello studente di utilizzare e raccordare le conoscenze;
  • accertare la sua abilità di argomentare in modo critico e personale. 

La commissione dovrà, inoltre, valutare la maturità e il senso di responsabilità raggiunti dal candidato.

La valutazione del colloquio e il Curriculum dello Studente

Durante la prova orale, la commissione terrà conto di molteplici elementi per una valutazione completa. Sarà dato peso all’impegno dimostrato nell’ambito scolastico e in attività extrascolastiche coerenti con il percorso di studi. 

Un elemento di valutazione sarà il grado di responsabilità o l’impegno evidenziati in azioni particolarmente meritevoli. 

Assumeranno rilievo anche le competenze maturate nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica e la partecipazione ai Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). 

Infine, la valutazione considererà lo sviluppo delle competenze digitali, l’eventuale frequenza di insegnamenti opzionali e le informazioni contenute nel Curriculum dello Studente.

Voto finale e attribuzione del punteggio

L’impianto generale del punteggio finale rimane invariato, con un massimo di 100 punti

  • il credito scolastico accumulato nel triennio vale fino a un massimo di 40 punti; 
  • le prove d’esame (prima scritta, seconda scritta e colloquio) valgono complessivamente 60 punti, suddivisi in 20 punti per ciascuna prova. 

Il Decreto Scuola n. 127/2025 introduce, però, una modifica dell’integrazione del punteggio

La commissione d’esame avrà la facoltà di integrare, con motivazione, il punteggio finale fino a un massimo di tre punti

Tale integrazione sarà possibile solo se il candidato ha ottenuto un punteggio complessivo di almeno novanta punti, calcolato dalla somma del credito scolastico e dei risultati delle prove d’esame. 

Per la validità dell’esame, è necessario che il candidato sostenga tutte le prove previste.