Frode borse di studio universitarie: indagine MUR e Guardia di Finanza scopre irregolarità per oltre 5 milioni di euro

Rosalia Cimino

9 Settembre 2025

Frode borse di studio universitarie

Frode borse di studio universitarie: indagine MUR e Guardia di Finanza scopre irregolarità per oltre 5 milioni di euro

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Frode borse di studio universitarie: una maxi-indagine condotta dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) insieme alla Guardia di Finanza ha portato alla luce numeri che fanno riflettere: tra gennaio 2024 e agosto 2025 sono emerse irregolarità per oltre 5,2 milioni di euro

Grazie ai controlli effettuati, parte delle somme è già stata recuperata e diversi episodi fraudolenti sono stati bloccati prima dell’erogazione. Ma dietro i dati si nasconde un fenomeno che rischia di minare la fiducia nei meccanismi di sostegno al diritto allo studio.

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Frode borse di studio universitarie: i numeri tra recuperi e denunce

I risultati della verifica, condotta in tutta Italia con 967 interventi, parlano chiaro:

  • 5,2 milioni di euro di irregolarità complessive individuate;
  • 1,17 milioni già recuperati perché percepiti indebitamente;
  • 878.000 euro bloccati prima del pagamento;
  • 334 persone denunciate;
  • 50 studenti segnalati per sanzioni disciplinari.

Un bilancio che dimostra non solo la portata economica del fenomeno, ma anche la necessità di una vigilanza costante.

Le cause delle irregolarità

Alla base delle frodi riscontrate ci sono soprattutto ISEE falsificati o manipolati, presentati per rientrare nei parametri richiesti dai bandi. 

In alcuni casi, le verifiche hanno portato alla luce schemi organizzati di falsificazione documentale, con certificazioni alterate o completamente inventate. 

Queste pratiche non danneggiano solo le casse pubbliche, ma penalizzano migliaia di studenti che avrebbero diritto legittimo a ricevere il sostegno.

Il protocollo tra MUR e Guardia di Finanza

L’indagine si inserisce in un percorso iniziato con il Protocollo d’intesa firmato nel giugno 2024 tra il Ministero dell’Università e la Guardia di Finanza.
L’accordo ha rafforzato la collaborazione istituzionale con tre direttrici principali:

  • scambio costante di dati e informazioni;
  • attività investigative sul territorio;
  • coinvolgimento degli Enti per il diritto allo studio.

L’obiettivo è duplice: contrastare le frodi e garantire che le risorse vadano davvero a chi ne ha bisogno, senza favoritismi o scorciatoie illecite.

Cosa significa per studenti e famiglie

La maxi-operazione condotta dalla Guardia di Finanza in collaborazione col Ministero dell’Università e della Ricerca manda un messaggio chiaro: i controlli ci sono e si fanno sempre più serrati. 

Per studenti e famiglie ciò significa che la trasparenza nella dichiarazione dei redditi e dei patrimoni è imprescindibile. Chi prova a truccare le carte rischia non solo la perdita del beneficio, ma anche denunce penali e sanzioni disciplinari.

Allo stesso tempo, l’azione di contrasto rappresenta una garanzia per chi rispetta le regole: più fondi liberi da frodi significano più borse disponibili per chi ne ha diritto.