Intelligenza Artificiale, accesso controllato a Gemini per i minori di 13 anni

La Scuola Oggi

7 Maggio 2025

ragazzi minori di 13 anni alle prese con Gemini al pc

Intelligenza Artificiale, accesso controllato a Gemini per i minori di 13 anni

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Google ha aperto l’accesso a Gemini, il suo chatbot basato su intelligenza artificiale, anche agli utenti under 13, attraverso il sistema di parental control Family Link. Si tratta, tuttavia, di un’estensione che pone interrogativi rilevanti per dirigenti scolastici e docenti, sia in termini di opportunità didattiche che di sicurezza, privacy e percezione dell’IA da parte degli studenti più giovani.

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Gemini per minori: disponibilità e condizioni d’uso

Dal 2024, Google consente ai bambini sotto i 13 anni di utilizzare Gemini su dispositivi Android, iOS e via browser, a condizione che l’account sia gestito tramite Family Link.

L’accesso richiede l’attivazione e il consenso esplicito da parte del genitore o tutore, che riceve notifiche quando il minore utilizza l’applicazione per la prima volta.

Secondo le linee guida di Google, l’azienda non utilizzerà i dati degli utenti minorenni per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale, nel rispetto del Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) negli Stati Uniti e del Regolamento UE 2016/679 (GDPR).

Questa evoluzione rappresenta un punto di svolta: le istituzioni scolastiche devono comprendere le implicazioni di strumenti di IA accessibili anche agli alunni delle classi primarie e valutare con attenzione l’integrazione di tali tecnologie in classe.

È fondamentale che l’accesso avvenga sotto supervisione adeguata e in coerenza con il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) e le politiche scolastiche sulla privacy e l’uso dei dispositivi digitali.

ragazzi minori di tredici anni in un parco consultano Gemini sul cellulare

Opportunità educative e limiti funzionali

Gemini è progettato per supportare i minori in attività di apprendimento, tra cui:

  • risposta a domande didattiche;
  • supporto nella comprensione di testi;
  • narrazione di storie interattive;
  • ausilio nei compiti scolastici.

L’algoritmo utilizza modelli linguistici avanzati per suggerire contenuti pertinenti. Tuttavia, Google segnala che l’intelligenza artificiale può generare risposte errate, incomplete o fuori contesto. Inoltre, pur con sistemi di filtraggio installati, non è garantita la totale protezione da informazioni inappropriate.

Per le scuole, ciò implica la necessità di fornire istruzioni chiare sull’uso consapevole dell’IA e sensibilizzare famiglie e docenti. Le istituzioni scolastiche potrebbero valutare inserimenti sperimentali dell’IA in percorsi personalizzati, facendo sempre riferimento alle Linee guida del Ministero dell’Istruzione sull’educazione digitale e sull’uso delle tecnologie in aula.

Rischi psicopedagogici e ruolo educativo degli adulti

Uno dei principali rischi legati all’utilizzo dei chatbot da parte dei minori è la possibile antropomorfizzazione: i bambini, specialmente nella fascia sotto i 13 anni, potrebbero interpretare l’interazione con Gemini come un dialogo con un essere umano. Ciò può generare fraintendimenti, affermazioni idealizzate dell’IA o dipendenza emotiva.

Per questo motivo, Google raccomanda ai genitori e agli educatori di:

  • spiegare chiaramente che Gemini non è un essere umano;
  • disincentivare la condivisione di dati personali o dettagli familiari;
  • monitorare l’attività online dei minori anche quando l’accesso è mediato da Family Link.

Dal punto di vista pedagogico, dirigenti e docenti dovrebbero promuovere attività di educazione alla cittadinanza digitale, come previsto dalle competenze digitali del DigCompEdu europeo, favorendo lo sviluppo del pensiero critico anche rispetto agli strumenti di IA.

un docente illustra Gemini agli alunni

Riflessioni normative e ruolo delle istituzioni scolastiche

L’apertura di Gemini ai minori impone alle scuole di aggiornare le proprie policy digitali, considerando:

  • le direttive del Garante per la protezione dei dati personali, in merito ai trattamenti dei dati dei minori;
  • il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), nelle azioni di innovazione metodologica e tecnologica;
  • gli obblighi GDPR in chiave educativa, inclusa la designazione del Responsabile della protezione dei dati (DPO) e la formazione degli utenti.

La decisione di Google ha innescato una discussione multidisciplinare che coinvolge pedagogisti, esperti di privacy e tecnologie educative. Organizzazioni come Common Sense Media sollevano criticità sulle interazioni dei bambini con chatbot, tra cui la difficoltà nel distinguere entità artificiali da persone reali e la scarsa trasparenza del processo decisionale dell’IA.

Le scuole hanno il compito di orientare le famiglie in modo informato, adottando un approccio trasparente all’utilizzo dell’IA con i minori e integrando nella didattica elementi di educazione all’intelligenza artificiale, come previsto anche dall’agenda educativa europea sull’IA nelle scuole pubblicata dalla Commissione Europea nel 2023.

Indicazioni operative per le scuole

Per garantire un uso responsabile dell’intelligenza artificiale da parte degli studenti più giovani, le istituzioni scolastiche dovrebbero:

  1. Inserire l’argomento nella progettazione formativa annuale, anche attraverso ore dedicate all’educazione civica.
  2. Fornire linee guida chiare a genitori e docenti sull’uso di IA da parte dei minori.
  3. Aggiornare il regolamento d’istituto e il patto educativo di corresponsabilità.
  4. Rafforzare la figura dell’Animatore Digitale e del Team per l’Innovazione nell’analisi e gestione dei nuovi strumenti tecnologici.
  5. Promuovere momenti di formazione con esperti sui rischi e le opportunità dell’IA nei contesti educativi.

In sintesi, l’accesso controllato a Gemini per gli under 13 apre nuove possibilità didattiche, ma impone un’attenta riflessione sull’equilibrio tra innovazione, tutela e responsabilità educativa. Le scuole dovranno assumere un ruolo proattivo nell’accompagnare questo cambiamento con visione e competenza normativa.