Il futuro dell’identità digitale in Italia è stato temporaneamente assicurato. Un accordo in extremis tra il Governo e i gestori ha scongiurato lo stop del servizio SPID, ma il percorso verso una nuova concezione di identità digitale è ormai tracciato e prevede possibili costi per gli utenti, con Poste Italiane che potrebbe presto introdurre un canone annuale per il suo utilizzo.
L’Accordo sul Futuro di SPID: Proroga e Nuove Condizioni
A pochi giorni dalla scadenza della convenzione, fissata per giovedì 9 ottobre, l’Esecutivo e Assocertificatori, l’associazione che rappresenta i principali fornitori di identità digitale, hanno siglato un’intesa per garantire la continuità del servizio.
La nuova convenzione, firmata con l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), avrà una durata annuale, ma potrà essere rinnovata fino a un massimo di cinque anni. Nonostante la proroga, il destino a lungo termine del sistema rimane incerto.
Il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, ha più volte specificato che lo SPID non costituisce la soluzione definitiva per l’identità digitale nazionale.
L’Italia, infatti, si sta muovendo verso un modello basato su un wallet digitale integrato nello smartphone, i cui decreti attuativi sono attesi entro la fine di ottobre.
La firma rappresenta, pertanto, un compromesso necessario per evitare l’interruzione di un servizio utilizzato da milioni di cittadini per l’accesso ai servizi pubblici online.
Poste Italiane e il Canone Annuo: la Svolta a Pagamento per l’Identità Digitale
Una delle novità più significative riguarda la possibile introduzione di un costo per l’utilizzo del servizio. Secondo indiscrezioni sempre più insistenti, Poste Italiane starebbe valutando di applicare un canone annuo di 5 euro per il servizio PosteID abilitato a SPID.
Una decisione simile coinvolgerebbe circa 28,7 milioni di utenti, che rappresentano il 72% del mercato totale, e si tradurrebbe per l’azienda in ricavi aggiuntivi stimati intorno ai 100 milioni di euro.
Tale mossa segnerebbe una svolta determinante per uno strumento concepito inizialmente come gratuito.
Altri gestori hanno già superato il tabù della gratuità:
- Aruba ha introdotto un canone di 4,90 euro più IVA all’anno a partire dal secondo anno;
- InfoCert applicherà una tariffa di 5,98 euro (IVA inclusa) dal 28 luglio 2025;
- Register.it ha adottato una quota base di 9,90 euro più IVA, che può salire fino a 80,85 euro più IVA per gli utenti privi di lettore smart card.
La Sostenibilità Economica e i Ritardi dei Fondi PNRR
La motivazione principale addotta dai provider riguarda la sostenibilità economica del sistema.
Le aziende hanno dichiarato che i costi di gestione, manutenzione e sicurezza non sono più sostenibili senza un adeguato e stabile supporto pubblico, con un riferimento esplicito alle criticità legate ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
I 40 milioni di euro previsti dal piano sono stati attivati solo nel marzo 2025, con un ritardo di due anni rispetto alla firma delle convenzioni, avvenuta nel 2023. Un ritardo che ha lasciato i gestori in una condizione di grande incertezza operativa.
L’accordo chiude un lungo periodo di confronto tra i fornitori e il Governo, durante il quale le aziende hanno richiesto garanzie sui fondi promessi e chiarezza sul futuro di SPID con l’avvento del wallet europeo.
Finora, l’AgID ha erogato solamente una prima tranche di 100mila euro, mentre il resto delle risorse sarà distribuito in rate bimestrali.
Dal Sistema SPID al Wallet Digitale: Scenari e Dubbi sulla Sicurezza
Nonostante sia il sistema di identità digitale più diffuso in Italia, l’architettura di SPID – utilizzato anche dagli aspiranti docenti – presenta delle fragilità.
L’alternativa principale è rappresentata dalla Carta di Identità Elettronica (CIE) tramite l’app CieID.
Il wallet digitale, invece, si trova ancora in una fase sperimentale all’interno dell’app IO, dove è possibile caricare la patente di guida, ma senza poterla utilizzare per l’accesso ai servizi online.
I prossimi decreti dovrebbero abilitare l’inserimento di nuovi documenti, come l’ISEE e il titolo di studio, e consentire l’uso della patente come documento di identità su tutto il territorio nazionale.
Quando il sistema, promosso dall’Unione Europea, sarà pienamente operativo, SPID potrebbe essere definitivamente archiviato.
Nel nuovo accordo, le parti hanno istituito un tavolo tecnico permanente per definire misure di aggiornamento e miglioramento continuo.
Inoltre, AgID e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale introdurranno strumenti per la verifica delle identità attive, per permettere agli utenti di controllare gli SPID associati al proprio codice fiscale.
L’Utilizzo di SPID nel 2025: Dati e Diffusione tra i Cittadini
Nel 2025 SPID continua a essere ampiamente utilizzato. Si contano oltre 41 milioni di utenti attivi, con più di 1,2 miliardi di autenticazioni effettuate nel 2024 e oltre 630 milioni registrate solo nel primo semestre del 2025.
Ogni settimana vengono attivate circa 52mila nuove identità, a testimonianza di un’adozione ormai consolidata.
Secondo i dati dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, quasi nove italiani su dieci che navigano su Internet possiedono un’identità SPID, e la maggior parte di loro accede al sistema più volte all’anno.
L’Italia si posiziona così tra i Paesi europei con la più ampia diffusione di strumenti di identità digitale, grazie a un’offerta che permette di accedere non solo ai servizi della Pubblica Amministrazione ma anche a un numero crescente di servizi privati, tra cui banche, assicurazioni e utenze.