La legge di bilancio 2025 prevede uno stanziamento di 15 milioni di euro per la realizzazione dei Campus dedicati alla filiera tecnologico-professionale. Il provvedimento, fortemente voluto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, punta a rafforzare il collegamento tra formazione scolastica e mondo del lavoro, in linea con le novità introdotte dalla riforma dei percorsi 4+2.
SOMMARIO
ToggleLa riforma 4+2 e il nuovo modello formativo
La riforma proposta dal Ministero prevede un percorso di studi articolato in sei anni: quattro anni di formazione tecnica o professionale seguiti da due anni presso gli ITS Academy.
Si tratta, più nello specifico, di un sistema che mira a offrire una preparazione avanzata, colmando il divario tra istruzione tradizionale e le esigenze del mercato del lavoro.
Gli studenti, dopo il percorso quadriennale, potranno proseguire gli studi negli ITS o sostenere l’esame di Stato presso gli istituti professionali di riferimento.
Campus: sinergie territoriali e tutor
L’obiettivo strategico dei fondi stanziati nell’ambito della Manovra 2025 è quello di creare Campus in tutte le principali regioni italiane.
In altri termini, così come ha spiegato Valditara, l’idea del Ministero dell’Istruzione e del Merito è quella di realizzare poli educativi in cui scuole, ITS, università e imprese collaborino attivamente, condividendo laboratori, esperienze e risorse.
“Alcuni progetti sono già in fase di pianificazione – ha affermato il Ministro – come quello previsto per Mind a Milano. Mentre altre sedi, tra cui Cosenza e Lecce, sono in fase di valutazione”.
La riforma prevede anche l’introduzione di una nuova figura professionale, ovvero il docente orientatore e tutor, che avrà un ruolo centrale e dovrà accompagnare gli studenti in percorsi formativi mirati.
Una comunità educativa integrata, tra sperimentazione e validazione
I campus tecnologico-professionali sono pensati come spazi educativi innovativi, in cui studenti e docenti possano beneficiare del contributo diretto di esperti provenienti dal settore imprenditoriale.
Il tutto nel contesto di una proposta formativa pratica e teorica di alto livello che punti alla promozione della mobilità tra i percorsi educativi e la certificazione delle competenze acquisite.
La riforma coinvolge anche i sistemi di formazione regionali, che potranno aderire al progetto pilota.
L’Invalsi avrà, infatti, il compito di validare i risultati della sperimentazione e di garantire un livello formativo equiparabile agli standard statali.
L’intenzione del MIM è quella di ampliare le opzioni per gli studenti, in modo da consentire l’accesso sia agli ITS che all’università.
Avvio e tempistiche della riforma
La riforma, ufficializzata in Gazzetta Ufficiale lo scorso agosto, entrerà in vigore con l’emanazione di due decreti attuativi previsti entro il 31 dicembre 2024.
Nel frattempo, il Ministero ha già diffuso una nota operativa per dirigenti scolastici, con le indicazioni per le candidature ai nuovi percorsi formativi dall’anno scolastico 2025/2026.
Da parte loro, le scuole già autorizzate per i percorsi quadriennali sperimentali nel 2024/2025 potranno attivare le prime classi senza presentare ulteriori candidature, purché gli indirizzi di studio siano già stati approvati.
La partecipazione al progetto richiede, tuttavia, una specifica delibera da parte del Collegio dei docenti e del Consiglio d’Istituto, nel rispetto dell’offerta formativa prevista.