Oggi – 27 Gennaio 2025 – si celebra la Giornata Internazionale della Memoria e la figura di Liliana Segre emerge come simbolo vivente della resilienza e dell’importanza del ricordo.
Sopravvissuta all’orrore di Auschwitz, la Senatrice a vita ha dedicato la sua esistenza a testimoniare gli orrori dell’Olocausto, affinché le nuove generazioni non dimentichino.
SOMMARIO
ToggleLiliana Segre e l’infanzia spezzata: l’espulsione dalla scuola
Liliana Segre è una delle voci più autorevoli e toccanti della memoria storica italiana. Nata a Milano il 10 settembre 1930, la Senatrice fu colpita fin dalla tenera età dalle conseguenze delle leggi razziali fasciste, che la escludevano dalla scuola e dalla vita sociale in quanto ebrea.
Nel 1938, a soli otto anni, Liliana Segre fu, infatti, espulsa dalla scuola elementare a causa delle leggi razziali fasciste. La Senatrice ricorda con dolore il momento in cui la sua maestra, invece di offrirle conforto, le disse freddamente: “Non le ho fatte mica io le leggi razziali“, lasciandola con una porta chiusa in faccia e un senso profondo di esclusione.
L’infanzia di Liliana Segre, segnata dalla privazione e dalla discriminazione, giunse al culmine del dramma nel 1944, quando venne arrestata insieme al padre e deportata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
La Senatrice aveva solo 13 anni quando fu costretta a subire gli orrori della deportazione e della vita nel lager, dove perse il padre e gran parte della sua famiglia. Dopo essere stata liberata nel 1945, Liliana Segre tornò in Italia, ma il trauma vissuto la portò a un lungo silenzio.
Fu solo decenni più tardi che Segre trovò la forza di raccontare la sua esperienza, comprendendo l’importanza di essere testimone della Shoah per le nuove generazioni.
Da quel momento, Liliana Segre iniziò un’opera instancabile di testimonianza, viaggiando per scuole, università e luoghi pubblici, parlando ai giovani per trasmettere il messaggio della memoria e combattere ogni forma di odio, indifferenza e discriminazione.
La nomina a Senatrice a vita
Nel 2018, Liliana Segre è stata nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un riconoscimento per il suo impegno straordinario morale e civile.
In Parlamento, la sua voce si è distinta per i richiami accorati alla responsabilità collettiva e alla necessità di mantenere vivo il ricordo della Shoah in un’epoca in cui i testimoni diretti si stanno inevitabilmente estinguendo.
Tra le iniziative più significative della Senatrice, si ricorda la creazione della “Commissione contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo“, un importante passo per sensibilizzare la società e le istituzioni.
Oggi, Liliana Segre è una delle ultime sopravvissute italiane dei campi di sterminio nazisti e continua ad essere una voce potente contro l’odio razziale. La sua storia è un monito universale, una lezione sul valore della memoria e sull’importanza di costruire un futuro fondato sui valori del rispetto, della tolleranza e della giustizia.
Il monito sulla memoria della Shoah
Oggi, all’età di 94 anni, Liliana Segre esprime preoccupazione per il futuro della memoria della Shoah.
La Senatrice teme che, con la scomparsa degli ultimi testimoni diretti, l’Olocausto possa essere ridotto a una semplice riga nei libri di storia, rischiando di essere dimenticato o distorto, come descritto nel romanzo “1984” di George Orwell.
La testimonianza di Liliana Segre è fondamentale per il mondo della scuola. La sua storia non solo offre una lezione storica, ma rappresenta anche un monito sull’importanza dell’inclusione e del rispetto reciproco.
Incorporare la sua esperienza nei programmi educativi aiuta gli studenti a comprendere le conseguenze devastanti dell’odio e dell’indifferenza, promuovendo una cultura della memoria e della consapevolezza storica.
Liliana Segre e il ruolo della scuola nella trasmissione della memoria
La figura di Liliana Segre è strettamente legata al mondo della scuola per il messaggio educativo che oggi rivolge alle nuove generazioni.
La scuola, infatti, rappresenta il luogo privilegiato per coltivare e tramandare la memoria della Shoah, trasformando il ricordo in una potente lezione di vita.
Attraverso la sua testimonianza, Liliana Segre insegna agli studenti l’importanza di combattere l’odio, la discriminazione e l’indifferenza. Le sue parole non sono solo una narrazione storica, ma un appello a riflettere sulle conseguenze devastanti della mancanza di empatia e del pregiudizio.
Includere la sua esperienza nei programmi scolastici significa offrire ai giovani una chiave di lettura del passato, per comprenderne gli errori e costruire un futuro basato sull’inclusione, il rispetto e la solidarietà.
La memoria diventa così un patrimonio vivo, capace di trasformare le aule scolastiche in laboratori di cittadinanza attiva, dove valori umani e responsabilità collettiva vengono coltivati per il bene comune.