Due anni di messa alla prova per il giovane che aveva aggredito la sua docente

Giovane aggressore di una docente

Il Tribunale dei Minori di Milano ha recentemente disposto la misura educativa della “messa alla prova di due anni, per un giovane studente – ora maggiorenne – accusato di aver aggredito la sua insegnante presso l’istituto professionale Enaip di Varese nel febbraio 2024

Il grave episodio – che ha causato gravi ferite alla vittima, costretta a subire numerose operazioni chirurgiche – ha sollevato non solo preoccupazioni sulla sicurezza nelle scuole, ma anche un acceso dibattito sulle misure rieducative e sulla gestione delle situazioni di crisi nel contesto educativo.

L’episodio e le presunte motivazioni alla base dell’aggressione

Secondo quanto ricostruito dalle autorità, il giovane, accusato di tentato omicidio con aggravante di premeditazione, avrebbe agito come reazione a una proposta di bocciatura, inizialmente pensata come stimolo per un maggiore impegno nello studio, poi ritirata. 

L’istituto aveva già seguito il ragazzo per via della sua diagnosi funzionale, accompagnandolo in un percorso di miglioramento delle competenze psico-attitudinali. 

Tuttavia, l’azione violenta, avvenuta nell’atrio dell’istituto subito dopo l’inizio delle lezioni, ha avuto conseguenze drammatiche: la docente, 57enne, ha riportato ferite molto gravi – in seguito a diverse coltellate – che hanno richiesto interventi chirurgici. 

Il Tribunale, optando per una misura rieducativa, ha stabilito un periodo di due anni di “messa alla prova” con sospensione del processo, durante il quale il giovane dovrà risiedere in una comunità, potendo uscire solo per motivi di studio o lavoro.

Implicazioni e prospettive per il sistema educativo

La misura di “messa alla prova”, adottata dal Tribunale dei Minori, mira a offrire al giovane l’opportunità di reinserirsi nel sistema educativo e lavorativo attraverso un percorso di rieducazione che va ben oltre una semplice punizione. 

L’obiettivo è quello di trasformare un grave episodio di violenza in un’opportunità per affrontare problematiche di fondo legate alla gestione del comportamento, alla fragilità emotiva e alle difficoltà scolastiche. 

Gli esperti sottolineano come questo caso evidenzi la necessità di un intervento coordinato tra scuola, famiglia e istituzioni per prevenire simili incidenti, rafforzando i supporti psico-sociali e i percorsi di orientamento formativo.

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