Quello tra minori e intelligenza artificiale è un delicato rapporto che ha bisogno di regole precise: la Legge n.132 del 23 Settembre 2025 disciplina – tra le altre cose – l’uso dell’IA da parte dei minorenni.
Tra le principali novità, la normativa introduce un limite di età minimo di 14 anni per accedere autonomamente ai sistemi IA e chiarisce le regole circa il consenso al trattamento dei dati personali, con l’obiettivo di proteggere i più giovani in un contesto digitale sempre più complesso e automatizzato.
La Legge 132/2025 rappresenta, dunque, un passo fondamentale nella regolamentazione dell’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale da parte dei minori. Tuttavia, la stessa lascia aperti interrogativi pratici su come implementare efficacemente questi principi, evidenziando la necessità di un equilibrio tra innovazione tecnologica, sicurezza e responsabilità educativa.
Età minima e consenso: come rendere equilibrato il rapporto tra minori e intelligenza artificiale
Uno dei punti centrali della Legge 132/2025 riguarda l’età minima di accesso ai sistemi di IA. I minori sotto i 14 anni non possono utilizzare autonomamente sistemi intelligenti né fornire dati personali senza l’autorizzazione dei genitori o di chi esercita la responsabilità genitoriale.
Il principio si collega direttamente al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), che tutela i diritti dei minori online.
Per i ragazzi dai 14 anni in su, la legge consente di esprimere il proprio consenso autonomamente, ma solo a condizione che le informazioni fornite dai sistemi siano chiare, comprensibili e accessibili.
Ciò significa che le piattaforme devono impegnarsi a rendere trasparenti le modalità di raccolta e utilizzo dei dati, riducendo i rischi di incomprensione o di accettazione inconsapevole delle condizioni d’uso.
Implicazioni del consenso autonomo
Consentire ai minori di 14 anni in su di esprimere autonomamente il consenso introduce una sfida educativa e legale:
- Educativa, perché i ragazzi devono comprendere il valore dei propri dati personali e i rischi connessi all’uso dell’IA.
- Legale, perché la normativa affida alle aziende la responsabilità di fornire informazioni comprensibili, senza definire standard tecnici uniformi per verificarne l’effettiva comprensione.
In questo senso, la Legge non si limita a fissare limiti di età, ma pone le basi per una responsabilizzazione digitale dei minori, incoraggiando una partecipazione consapevole e informata alle piattaforme digitali.
Sfide pratiche e responsabilità delle piattaforme
Nonostante i principi chiari, la Legge non stabilisce procedure operative dettagliate per implementare il controllo dell’età o la verifica del consenso, e quindi il rapporto tra minori e intelligenza artificiale. Nella pratica, ciò può tradursi in:
- Autodichiarazioni come unico strumento di verifica dell’età, con rischio di elusione della norma;
- Necessità di aggiornare strumenti di onboarding e informativa digitale, adattandoli alle linee guida della legge;
- Maggiore pressione sulle aziende affinché garantiscano chiarezza e trasparenza, senza ambiguità nei contenuti rivolti ai minori.
Simili margini di incertezza mettono in evidenza la difficoltà di tradurre principi normativi in strumenti tecnologici concreti, soprattutto per sistemi IA già diffusi e non supervisionati in tempo reale.
È evidente che la legge richiede non solo conformità legale, ma anche responsabilità etica e culturale da parte degli sviluppatori di piattaforme e applicazioni.
Rapporto minori e intelligenza artificiale: verso un equilibrio
La legge 132/2025 si colloca all’incrocio tra innovazione digitale e protezione dei minori. Stabilire un limite di età e regolamentare il consenso non è solo un obbligo legale, ma anche una strategia per:
- Educare i giovani all’uso consapevole della tecnologia;
- Ridurre i rischi legati alla raccolta e gestione dei dati personali;
- Promuovere una cultura della trasparenza digitale, in cui piattaforme e utenti operano in sicurezza e con chiarezza.
In conclusione, la normativa evidenzia che il rapporto tra minori e intelligenza artificiale non si limita a divieti e limiti d’età, ma richiede un impegno condiviso tra legislatori, aziende e famiglie per garantire un ambiente digitale sicuro, trasparente e responsabile.