Pensione anticipata per il personale scolastico a 63 anni e mezzo, al pari di chi svolge mansioni considerate usuranti: è questa la proposta del sindacato Anief. La richiesta affonda le radici nel crescente disagio di insegnanti e lavoratori ATA, sempre più colpiti da stress e burnout dopo i 60 anni.
L’obiettivo è ottenere un riconoscimento concreto della fatica fisica e mentale che caratterizza il lavoro nelle scuole, spesso sottovalutata nelle politiche previdenziali. L’Anief punta così a inserire il personale scolastico tra le categorie aventi diritto all’APE sociale, consentendo loro di lasciare il servizio prima dei 67 anni.
Una misura che, secondo il sindacato, favorirebbe anche il ricambio generazionale e migliorerebbe la qualità dell’insegnamento. La palla ora passa al Parlamento, chiamato a valutare un emendamento che potrebbe cambiare il futuro di migliaia di lavoratori del mondo dell’istruzione.
Anief: “Il lavoro nella scuola è gravoso, serve una pensione anticipata per il personale scolastico”
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, l’attuale sistema previdenziale non tiene conto della realtà quotidiana di chi opera nel mondo dell’istruzione.
Il sindacato ha intenzione di presentare un emendamento alla Commissione Bilancio del Senato per permettere anche a docenti e personale ATA di accedere all’APE sociale, un sostegno economico che permette la pensione anticipata per il personale scolastico prima dei 67 anni.
Pacifico sottolinea come il lavoro scolastico, tra responsabilità educative, carichi burocratici e classi sempre più complesse, debba essere riconosciuto come gravoso a tutti gli effetti.
“Non è accettabile – spiega – che i nostri insegnanti restino in cattedra fino a quasi 68 anni mentre crescono i casi di burnout e malessere psicofisico.”
Verso una nuova equità pensionistica per docenti e ATA
L’obiettivo di Anief è chiaro: ottenere un’età pensionabile più equa, fissata a 63 anni e mezzo, per chi lavora all’interno delle circa 7.000 scuole autonome italiane. La misura garantirebbe non solo un miglior ricambio generazionale, ma anche una scuola più efficiente e motivata.
La proposta si inserisce nel dibattito sulla legge di bilancio 2026–2028, dove l’età di uscita dal lavoro è destinata a salire fino a 67 anni e mezzo. L’iniziativa di Anief rappresenta quindi una possibile svolta sociale, destinata a ridefinire i parametri di tutela per una categoria spesso trascurata, ma essenziale per il futuro del Paese.
Il tema della pensione anticipata per il personale scolastico non è solo una questione economica, ma anche di dignità professionale e salute pubblica.
La battaglia di Anief punta a riconoscere l’impegno quotidiano di chi forma le nuove generazioni, chiedendo finalmente una giustizia previdenziale che metta la scuola sullo stesso piano dei lavori gravosi.


