Il problema del precariato nella scuola italiana torna sotto i riflettori a livello europeo. Il Comitato Precari Uniti per la Scuola ha presentato una petizione al Parlamento Europeo per denunciare l’abuso dei contratti a tempo determinato nel settore dell’istruzione. La richiesta è stata accolta dalla Commissione per le Petizioni e verrà discussa il 20 febbraio 2025.
Questa iniziativa, sostenuta dall’europarlamentare e insegnante Ilaria Salis, ha l’obiettivo di garantire il rispetto della normativa comunitaria sulle professioni regolamentate e sui contratti a termine, evidenziando le criticità del sistema italiano di reclutamento dei docenti.
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SOMMARIO
ToggleUn sistema che penalizza i docenti precari
La petizione è stata presentata dall’avvocato Maria Rosaria Altieri per conto degli insegnanti con almeno tre anni di servizio precario, che denunciano l’uso abusivo e reiterato dei contratti a tempo determinato.
Secondo il Comitato, la riforma del sistema di reclutamento introdotta con il PNRR, che ha modificato il D.Lgs. 59/2017, non solo non risolve il problema del precariato, ma lo aggrava.
Le nuove norme impongono infatti percorsi di formazione a numero chiuso, con presenza obbligatoria e tirocinio, rendendo ancora più difficile per i precari storici ottenere l’abilitazione e l’immissione in ruolo.
I docenti denunciano un sistema discriminatorio che non valorizza l’esperienza pregressa, elemento centrale della normativa europea. In particolare, chiedono l’applicazione della Direttiva 2013/55/UE e della Clausola 5 dell’Accordo Quadro (Direttiva 1999/70/CE) per contrastare l’abuso dei contratti a termine.
Italia sotto procedura d’infrazione: la risposta insufficiente del Governo
Il tema del precariato scolastico ha già portato l’Unione Europea ad avviare una procedura di infrazione contro l’Italia (INFR(2014)4231) per la mancanza di misure adeguate a prevenire e sanzionare l’abuso dei contratti a termine nel settore pubblico.
Per rispondere alla contestazione europea, il governo italiano ha introdotto nel Decreto Salva Infrazioni (D.L. 16 settembre 2024, n. 131) un raddoppio dell’indennizzo in caso di abuso di contratti a termine.
Tuttavia, questa misura è stata considerata insufficiente dalla Commissione Europea, che ha comunque deferito l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Secondo i precari, il decreto non affronta il problema alla radice: non prevede misure concrete per prevenire il precariato, ma si limita a introdurre una compensazione economica a danno avvenuto.
L’unica soluzione efficace, sostengono, sarebbe una riforma del reclutamento su doppio canale, con concorsi ordinari e graduatorie per titoli ed esperienza, per garantire la stabilizzazione dei docenti con anni di servizio.
Verso il 20 Febbraio: l’attesa dei precari per la discussione in Europa
I docenti precari italiani ripongono grandi aspettative nell’intervento della Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo.
L’obiettivo della petizione è ottenere il riconoscimento della violazione della normativa UE e spingere le istituzioni italiane a modificare il sistema di reclutamento, garantendo maggiori tutele ai lavoratori della scuola.
La discussione prevista per il 20 febbraio 2025 rappresenta un momento cruciale nella battaglia contro il precariato scolastico. Se la petizione troverà riscontro positivo, potrebbe aprire la strada a nuove pressioni sulle istituzioni italiane per una riforma strutturale del sistema di assunzione degli insegnanti.