Uno degli elementi che deve essere analizzato nel contesto scolastico è il Piano Didattico Personalizzato 23. Lo stesso risulta indispensabile per consentire una corretta inclusione scolastica.
La didattica inclusiva, però, non è a esclusivo appannaggio dei docenti di sostegno. Infatti, l’intera scuola è chiamata a fare la propria parte per consentire a tutti gli alunni di fruire del proprio diritto allo studio.
In ogni caso, il Piano Didattico Personalizzato 23 si rivolge a una specifica tipologia di discenti. Si tratta di quanti presentano un DSA. Con tale sigla si indicano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
I DSA, in generale, fanno parte di una più ampia classificazione conosciuta come Bisogni Educativi Speciali (BES). È importante sottolineare che la stesura del Piano Didattico Personalizzato (PDP) deve essere effettuata in modo professionale e accurato.
SOMMARIO
ToggleCos’è il Piano Didattico Personalizzato 23?
Comprendere che cosa sia il Piano Didattico Personalizzato 23 è indispensabile per operare al meglio nella scuola oggi. Una prima cosa da chiarire è la normativa a supporto di tale documento.
La Legge n. 170 dell’8 settembre 2010 riconosce ufficialmente la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia come DSA. In merito, il MIM ha il compito di promuovere varie iniziative per garantire il diritto all’istruzione di questi studenti.
Parallelamente, il Decreto Ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011 offre ulteriori dettagli e chiarimenti relativi a questa legge. Lo fa delineando le linee guida per la formazione dei docenti e il supporto educativo.
Lo scopo è individuare le misure educative e didattiche necessarie per sostenere gli alunni con DSA. Inoltre, fornisce direttive chiare sulle modalità di valutazione nelle istituzioni scolastiche.
Le strategie di insegnamento specifiche sono attuate attraverso il Piano Didattico Personalizzato 23. Si tratta di un documento ufficiale che deve essere elaborato entro il primo trimestre dell’anno scolastico.
In ogni caso, il PDP è così formato:
- i dati anagrafici dell’alunno;
- la tipologia di disturbo;
- le attività didattiche individualizzate;
- le attività didattiche personalizzate;
- gli strumenti compensativi utilizzati;
- le misure dispensative adottate;
- le forme di verifica e valutazione personalizzate.
Chi compila il Piano Didattico Personalizzato?
Maggiore chiarezza serve anche per la procedura di redazione del Piano Didattico Personalizzato 23. Chi ha l’autorità e la responsabilità di elaborare questo documento?
Trattandosi di un documento ufficiale, non può essere compilato da chiunque. Anche in questo caso, quindi, si deve far riferimento alla normativa italiana.
La Circolare Ministeriale n. 8 prot. 561 del 6 marzo 2013 riconosce il PDP come uno strumento fondamentale. Infatti, consente di registrare e monitorare le strategie di intervento più adeguate per sostenere gli studenti con DSA.
Il Piano Didattico Personalizzato 23 non si limita a includere gli strumenti compensativi e dispensativi. Si tratta di un percorso su misura formulato dal Consiglio di Classe.
Nelle scuole primarie, il processo di redazione coinvolge l’intero team di insegnanti. Il PDP deve essere firmato dal Dirigente Scolastico o da un suo rappresentante delegato.
Inoltre, è necessaria la firma dei docenti coinvolti e della famiglia dello studente.Il parere dei genitori o dei parenti del discente, infatti, deve essere preso in forte considerazione.
Nel caso in cui non sia disponibile una diagnosi ufficiale o una certificazione medica, il Consiglio di Classe deve motivare le decisioni prese.
Tali decisioni devono essere fondate su basi solide che comprendono aspetti pedagogici e esigenze didattiche.
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