Il recente questionario inviato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito ai docenti di tutta Italia ha scatenato una serie di reazioni contrastanti, coinvolgendo pedagogisti, sindacati, opposizione politica e il mondo accademico.
L’iniziativa, volta a raccogliere opinioni sulle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, è stata criticata per la formulazione delle domande, giudicate in parte ingannevoli e predisposte a indirizzare le risposte in maniera positiva.
Di fronte alle numerose contestazioni, il ministro Giuseppe Valditara ha cercato di allargare il confronto, aprendo una casella email dedicata per osservazioni e suggerimenti, nella speranza di avviare un dialogo più trasparente e costruttivo.
Le critiche e le reazioni dal mondo della scuola e dei sindacati
Fin dall’invio del questionario, il dibattito non si è fatto attendere.
Pedagogisti e docenti hanno denunciato che le domande erano strutturate in modo da non permettere un giudizio negativo esplicito, fatta eccezione per un piccolo box alla fine del modulo in cui era possibile lasciare commenti limitati a 250 caratteri.
Il pedagogista e docente Cristiano Corsini ha definito il questionario “privo di validità sul piano dei contenuti“, accusandolo di essere stato progettato per confermare le tesi ministeriali anziché raccogliere opinioni autentiche.
Anche Crespi ha evidenziato come una consultazione veramente rappresentativa avrebbe dovuto garantire trasparenza sulle finalità, porre domande che riflettessero le reali problematiche e consentire giudizi negativi senza restrizioni.
Il parere dei sindacati
Pareri discordanti dal fronte sindacale. Il sindacato Gilda degli Insegnanti, pur avendo inizialmente contestato la formulazione del questionario, ha accolto positivamente l’innovazione introdotta dal ministro, definendola un “ottimo risultato” che potrebbe aprire le porte a un confronto democratico.
In netto contrasto, la Flc Cgil ha reagito con durezza, sostenendo che il questionario fosse “penoso” e che l’aggiunta della casella email rappresentasse una soluzione insufficiente, definita come “la pezza peggiore del buco“.
Anche il sindacato Cobas ha fatto appello al boicottaggio del questionario, invitando i docenti a ignorare le risposte multiple e a esprimersi solo attraverso il box commenti, rifiutando il testo delle nuove indicazioni e lamentando la mancanza di un confronto reale.
L’opposizione politica ha espresso ulteriori riserve. Barbara Floridia, membro della Commissione istruzione pubblica al Senato per il M5S, ha criticato la struttura del questionario, sottolineando come le valutazioni fossero guidate e poco rappresentative.
La deputata, durante un’audizione, ha anche sollevato dubbi riguardo ad alcuni contenuti della riforma, mettendo in discussione l’inserimento della Divina Commedia nelle scuole medie a discapito di materie come la grammatica e l’analisi del testo.
Floridia ha evidenziato inoltre il problema della riduzione delle ore di storia e l’insufficiente finanziamento dell’educazione civica, temi ritenuti cruciali per la formazione degli studenti.
La risposta del Ministero e l’apertura al confronto
In risposta alle forti critiche, il ministro Giuseppe Valditara ha voluto dimostrare apertura e volontà di ascolto.
Con l’intento di coinvolgere in maniera più ampia le comunità scolastiche, il ministro ha deciso di istituire una casella email dedicata, dove docenti e operatori del settore possono inviare osservazioni e suggerimenti utili alla definizione del testo definitivo.
La mossa, annunciata dopo un periodo di titubanza, è stata accolta con favore dal sindacato Gilda, che ha sottolineato come rappresenti un primo passo verso un confronto costruttivo e democratico.
Tuttavia, la reazione non è stata univoca: la Flc Cgil ha minimizzato l’impatto della decisione, sostenendo che una semplice casella di posta non possa compensare il malcontento e l’insoddisfazione diffuse tra i docenti.
Il dibattito resta aperto e intenso, evidenziando la necessità di un processo consultivo realmente partecipativo e trasparente, in cui ogni voce possa essere ascoltata senza limitazioni.
Le critiche sollevate da pedagogisti, sindacati e opposizione rappresentano un campanello d’allarme, sottolineando l’importanza di riforme che non solo innovino il sistema educativo, ma che lo facciano tenendo conto delle esigenze e delle aspettative di chi vive quotidianamente l’esperienza scolastica.