La scuola è composta da moltissimi alunni, ognuno dei quali ha la propria storia. Per questo è importante valutare quanto realmente conta il docente di sostegno negli istituti sparsi per la Penisola.
Questa figura professionale ha dalla propria parte le competenze e gli studi necessari alla delicatezza del suo compito. L’inclusività è un atto dovuto e spetta all’insegnante in questione concretizzarla nel quotidiano.
SOMMARIO
ToggleDocente di sostegno. Come nasce
Risulta fondamentale approfondire il compito del docente di sostegno. Ma come nasce? La sua storia è abbastanza lunga, poiché l’integrazione è sempre stata al centro della scuola italiana.
C’è, infatti, un’intensa progettualità negli istituti per fare in modo che l’annessione degli elementi più deboli sia costante e proficua.
Il MIUR mette a disposizione degli alunni non solo il docente di sostegno, ma anche finanziamenti e attività di vario genere.
Il docente di sostegno, dunque, è una figura professionale specializzata sul sostegno. Ciò avviene attraverso l’acquisizione dell’abilitazione nella materia. Per poter arrivare a ciò, però, c’è bisogno di seguire un percorso formativo universitario.
Quest’ultimo prende il nome di TFA Sostegno e percorre otto mesi di lezioni, laboratori e tirocini. Tutto questo, naturalmente, serve per sviluppare le competenze adeguate al caso.
Lo studente con disabilità, infatti, ha bisogno di seguire un cammino ben indirizzato e, soprattutto, individualizzato. In tal modo è possibile arginare le sue difficoltà di apprendimento.
Il Piano Educativo Personalizzato
Proprio ricollegandosi a quanto detto fino a questo momento, bisogna analizzare un ulteriore argomento. Il docente di sostegno, infatti, è chiamato a mettere in campo il Piano Educativo Individualizzato (PEI).
Esso non è altro che l’insieme delle attività didattiche che si devono mettere in pratica con l’alunno affetto da disabilità.
Si ricorda, però, che l’integrazione è tale perché lo studente in questione deve essere parte costitutiva della classe in cui opera.
Di conseguenza, anche gli altri allievi e il resto degli insegnanti deve collaborare per consentirgli di raggiungere i propri traguardi.
Il PEI, dunque, viene redatto a inizio anno e menziona tutte le metodologie didattiche che verranno messe in pratica. Per far ciò c’è bisogno dell’aiuto anche della famiglia di origine, della scuola e degli enti locali.
Docente di sostegno. Il TFA Sostegno
Come già detto, per poter ottenere il ruolo di docente di sostegno a tempo indeterminato c’è un percorso preciso. Questo è rappresentato dal TFA Sostegno organizzato di volta in volta dagli atenei italiani.
Questa specializzazione, però, non è a numero aperto. Ci sono, infatti, un numero limitati di posti a disposizione. Per questo motivo, per poter entrare nell’anno formativo c’è bisogno di una serie di prove di accesso. Esse sono tre:
- preselettiva;
- scritta;
- orale.
Solo dopo aver superato tutte e tre si potrà finalmente iniziare a seguire le diverse lezioni. Il docente di sostegno in Italia, in ogni caso, è una figura di riferimento per tutta la classe.
A stabilirlo e a ribadirlo ci ha pensato la nota MIUR n. 2215 del 26 novembre 2019. Ivi si specifica che «il docente di sostegno, come più volte afferma la norma, è assegnato alla classe, di cui diventa pienamente contitolare, e non al singolo alunno».