Il Tribunale di Bologna, con la sentenza depositata il 18 agosto, ha riaffermato i principi fondamentali sulla responsabilità della scuola nelle attività didattiche, anche fuori dall’edificio scolastico.
Il caso in questione riguarda uno studente di scuola media esonerato dall’attività motoria per una precedente frattura, che ha deciso di partecipare ugualmente a una lezione di educazione fisica in un parco. Il giovane ha subito una caduta che gli ha provocato una nuova frattura nello stesso distretto anatomico.
L’episodio ha aperto un dibattito su vigilanza, protocolli e responsabilità contrattuale della scuola e ha portato alla sentenza del Tribunale bolognese la cui decisione ribadisce che ogni uscita scolastica, soprattutto in ambienti aperti, richiede attenzione, pianificazione e presenza di personale di supporto per tutelare l’incolumità degli alunni.
Vigilanza scolastica e responsabilità della scuola nelle attività didattiche
La Corte ha confermato che l’istituto ha una responsabilità contrattuale, basata sull’obbligo di vigilanza derivante dall’iscrizione dello studente.
Nel caso analizzato, l’assenza del collaboratore scolastico e la violazione del protocollo interno hanno determinato una mancanza di sorveglianza adeguata, aggravando la posizione dell’istituto.
Tuttavia, lo studente ha contribuito all’incidente in misura del 50%, ignorando il divieto della docente e mettendosi volontariamente in una situazione di rischio.
Il tribunale ha quindi applicato l’articolo 1227 del Codice Civile, stabilendo una responsabilità condivisa tra istituto e alunno, considerando età, autonomia e consapevolezza del minore.
Linee guida per la vigilanza nelle attività all’aperto
Il caso mette in luce alcuni aspetti chiave per la gestione sicura delle lezioni fuori dall’aula:
- Presenza minima di due adulti durante le uscite di classe, come previsto dai regolamenti interni.
- Valutazione preventiva dei rischi, soprattutto per studenti con limitazioni fisiche o esenzioni.
- Chiarezza nelle comunicazioni: gli studenti devono comprendere divieti e regole prima di partecipare.
La quantificazione del danno e la conciliazione
Il Tribunale ha disposto una consulenza medico-legale per quantificare l’aggravamento della frattura già preesistente, limitando il risarcimento al danno direttamente causato dall’incidente.
Prima dell’espletamento della perizia, le parti saranno convocate per valutare eventuali soluzioni conciliative, tenendo conto del concorso di colpa dello studente.
Sicurezza e responsabilità condivisa
La sentenza del Tribunale di Bologna rafforza due principi fondamentali:
- La scuola ha un dovere ampio ma ragionevole di vigilanza, che deve adattarsi all’età, alla capacità di comprensione e alle condizioni degli studenti.
- Gli studenti, pur minori, possono concorrere alle conseguenze dei propri comportamenti se agiscono in contrasto con le istruzioni ricevute.
Questo orientamento giurisprudenziale diventa un punto di riferimento per le scuole italiane, sottolineando l’importanza di protocollo, pianificazione e formazione del personale per prevenire incidenti durante le attività didattiche esterne.


