Il fenomeno delle “classi pollaio” ha da sempre destato preoccupazione tra educatori e genitori. Il termine, solitamente associato alle scuole secondarie di II grado, è ampiamente applicato anche agli istituti dell’infanzia, dove il numero di alunni per sezione può superare i limiti stabiliti e compromettere l’efficacia dell’insegnamento.
Recenti dati evidenziano un trend positivo: la progressiva diminuzione delle sezioni in cui viene superato il limite di 26 bambini per classe, migliorando così le condizioni di apprendimento e gestione didattica.
Un confronto temporale: dal 2017-18 al 2023-24
I dati ufficiali riportati dal Portale Unico del Ministero dell’Istruzione e del Merito offrono una panoramica significativa sull’evoluzione della situazione.
Nella stagione scolastica 2017-18, le classi che superavano il numero massimo di 26 alunni – definite “sezioni pollaio” – erano ben 2.789, corrispondenti al 6,5% del totale delle sezioni attive.
Una simile condizione ha coinvolto più di mille scuole, interessando circa 82.000 bambini, ossia il 9% degli iscritti complessivi.
Negli anni successivi, il fenomeno ha subito un marcato calo. Infatti, nella stagione 2023-24 il numero delle classi pollaio in cui si verifica il sovraffollamento è sceso drasticamente a 829, pari al 2% delle classi attive, coinvolgendo quasi 26.000 alunni su quasi 800.000 iscritti.
Impatti sull’efficienza del servizio e distribuzione territoriale
La riduzione del fenomeno delle sezioni pollaio è una notizia positiva, in quanto presuppone un miglioramento delle condizioni di insegnamento e di apprendimento per i più piccoli.
Meno classi affollate significano una maggiore attenzione individuale da parte dei docenti e un ambiente più favorevole allo sviluppo delle competenze.
Oltre ai dati complessivi, emerge anche una disparità regionale. Sette anni fa, più di 1.000 scuole avevano almeno una sezione pollaio; oggi, questo numero si è ridotto a 428.
Tra le regioni, il Piemonte registra 66 scuole in questa condizione, seguito dall’Emilia Romagna con 47 e dalla Lombardia con 41. Alcune regioni come la Basilicata non contano affatto scuole con sezioni pollaio, mentre il Molise e la Sardegna ne presentano rispettivamente una e tre.
La trasformazione testimonia l’impegno delle istituzioni nel contenere il fenomeno dell’eccessivo affollamento nelle classi, un obiettivo fondamentale per migliorare la qualità dell’educazione e garantire un ambiente scolastico più adeguato alle esigenze degli alunni.