Strage a Graz: ex studente uccide 10 persone nella sua ex scuola. Austria sotto choc

Rosalia Cimino

12 Giugno 2025

Istituto teatro della strage

Strage a Graz: ex studente uccide 10 persone nella sua ex scuola. Austria sotto choc

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La mattina del 10 giugno 2025, un ex alunno iscritto all’istituto BORG Dreierschützengasse di Graz ha aperto il fuoco tra i banchi, compiendo quella che è stata definita la strage scolastica più letale della storia austriaca recente

Armato di fucile e pistola legalmente acquistati, il 21enne ha ucciso dieci persone – tra studenti e insegnanti – e ne ha ferite più di trenta, prima di togliersi la vita. L’Austria, un paese che vantava un raro primato di pace interna, ora affronta emergenza sicurezza, controllo delle armi e benessere scolastico.

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Il massacro in aula e prime dinamiche dell’attacco

Alle 09:55 locali, un suono sordo di colpi in rapida successione ha infranto la tranquillità mattutina di Graz: l’assalitore si sarebbe introdotto nelle aule dove aveva studiato senza mai diplomarsi. 

Testimoni riferiscono che, dopo la prima sparatoria, ha raggiunto un’altra classe adiacente. In totale sono state uccise 10 persone, nove studenti e un’insegnante

Il bilancio dei feriti supera i trenta, di cui molti in condizioni critiche. L’intervento rapido delle forze dell’ordine ha consentito di mettere in sicurezza l’edificio nel giro di 17 minuti, mentre un elicottero seguiva le operazioni dall’alto.

Chi era l’attentatore e lo scenario delle armi in Austria

L’autore della strage, identificato come Artur A., era un giovane di 21 anni incensurato, con regolare porto d’armi — incluso un fucile da caccia e una pistola, acquistati dopo aver superato i test psicologici previsti. 

Nella sua abitazione sono stati trovati una lettera di addio, un video per sua madre e un ordigno artigianale non funzionante. Al momento, la motivazione ufficiale resta sconosciuta: si ipotizza un forte risentimento per non aver completato gli studi e per gli episodi di bullismo subiti.

L’Austria possiede una delle più alte densità di armi in Europa — circa 30 armi ogni 100 abitanti — ma la legislazione vigente consente l’acquisto di fucili dai 18 anni e di pistole dai 21, previa valutazione psicologica. 

Dopo quanto accaduto, è già partita una discussione nazionale sul possibile inasprimento dei controlli e sulla regolamentazione del porto di armi da fuoco.

Cosa può fare la scuola

La tragedia austriaca scuote il cuore dell’educazione, ponendo interrogativi cruciali anche per l’Italia. Il contesto scolastico, che dovrebbe essere protetto e pacifico, si trasforma in teatro di violenza estrema. 

Serve rafforzare strategie scolastiche di prevenzione, monitoraggio del disagio giovanile e tutela del benessere mentale. 

È fondamentale che le istituzioni educative implementino protocolli di emergenza, investano nel supporto psicologico e adottino misure di sicurezza efficaci senza criminalizzare il clima scolastico. 

La vigilanza sui segnali di rischio, unita a una cultura inclusiva e attenta al disagio, diventa così il primo presidio per evitare il ripetersi di drammi simili.