Negli ultimi anni il panorama scolastico italiano ha registrato un progressivo allontanamento dall’insegnamento della religione cattolica.
Le recenti statistiche, raccolte dall’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) e riportate da testate autorevoli, rivelano come oltre un milione di studenti – precisamente 1.164.000 – abbiano optato per una materia alternativa, segnando un netto cambiamento nelle scelte degli alunni.
Il trend, evidenziato con dati aggiornati al 26 marzo 2025, apre riflessioni profonde sulle trasformazioni culturali e sull’evoluzione del ruolo della scuola nella società contemporanea.
I numeri che raccontano il cambiamento
I dati alla base del fenomeno mostrano che uno studente su sei non frequenta più l’ora di religione, con un incremento di circa 60.000 studenti rispetto all’anno precedente.
Tra le città italiane, Firenze si distingue per la significativa prevalenza di scelte laiche, con oltre il 51% degli studenti che abbandonano l’insegnamento religioso, mentre altre realtà come Bologna, Aosta, Biella, Mantova, Brescia, Trieste e Torino registrano percentuali altrettanto rilevanti.
In alcuni istituti tecnici e professionali, dove la presenza degli studenti adulti nelle scuole serali incide sui dati, la scelta per le alternative raggiunge livelli record: l’Istituto Olivetti di Ivrea, per esempio, riporta percentuali superiori all’87%.
Le cifre evidenziano come la decisione di non seguire le lezioni di religione cattolica sia un fenomeno diffuso, influenzato non solo da motivazioni personali ma anche da un mutamento nell’assetto formativo e culturale del sistema educativo.
Il futuro dell’insegnamento religioso: le prospettive
L’evoluzione dell’insegnamento della religione cattolica ha suscitato un ampio dibattito sul ruolo che tale materia dovrebbe svolgere nelle scuole.
La questione si fa ancora più complessa se si considera il presunto divario di trattamento tra i docenti di religione e quelli delle altre discipline, alimentato anche dal ritorno dei concorsi ordinari e straordinari e dalla discussione sulla possibile istituzione di graduatorie regionali per il reclutamento.
In questo contesto, la scelta degli studenti per una materia alternativa non è soltanto una preferenza personale, ma un segnale del bisogno di rivedere il ruolo e il contenuto dell’insegnamento religioso nelle scuole, affinché risulti in linea con le sfide e le aspettative di una società in costante evoluzione.


