Supplenze e organico autonomia: la denuncia di Scuola Lavoro e Libertà sulla Legge di Bilancio

La Scuola Oggi

3 Novembre 2025

Supplenze e organico autonomia: una cattedra con registro e un gessetto

Supplenze e organico autonomia: la denuncia di Scuola Lavoro e Libertà sulla Legge di Bilancio

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Il gruppo “Scuola Lavoro e Libertà” ha diramato un comunicato stampa per denunciare la nuova norma inserita nella Legge di Bilancio che regola il rapporto tra supplenze e organico autonomia. La misura, attualmente al vaglio del Senato, modifica la gestione delle sostituzioni nella scuola secondaria, colpendo i docenti precari e, secondo il movimento, la qualità della didattica.

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Supplenze e organico autonomia: la modifica alla Legge 107/2015

Il comunicato del movimento “Scuola Lavoro e Libertà” evidenzia come la manovra finanziaria colpisca la parte più debole dei lavoratori scolastici, ovvero i precari. 

La norma modifica la Legge n. 107 del 2015, intervenendo sul comma 85 dell’articolo 1. Il nuovo testo, destinato a regolamentare le supplenze e organico autonomia, introdurrebbe l’obbligo per i dirigenti scolastici di coprire le assenze inferiori ai dieci giorni dei docenti su posto comune. 

Per assolvere a tale obbligo, i dirigenti dovrebbero impiegare il personale dell’organico dell’autonomia. 

L’unica deroga prevista riguarda la sussistenza di “motivate esigenze di natura didattica“, che dovrebbero giustificare la nomina di un supplente esterno.

I dubbi sui pagamenti e l’impiego del personale

“Scuola Lavoro e Libertà” solleva una questione prioritaria: la norma relativa alle supplenze brevi prevista dalla Legge di Bilancio 2026 non disciplina con chiarezza le modalità di pagamento dei docenti dell’organico dell’autonomia chiamati a sostituire i colleghi. 

Il comunicato si interroga se le ore aggiuntive di lavoro in classe saranno retribuite attraverso i fondi MOF (Miglioramento dell’Offerta Formativa). 

Il timore del gruppo, basato sulla realtà delle scuole e sull’obiettivo di risparmio della manovra, è che si scelgano soluzioni alternative. 

La più probabile, denuncia il movimento, sarà l’impiego del personale destinato al potenziamento. Uno scenario ancora peggiore sarebbe l’utilizzo di docenti di sostegno ritenuti “non indispensabili”, una prassi che minerebbe alla base il principio di inclusione.

Supplenze e organico autonomia: logo di "Scuola Lavoro e Libertà"

Discriminazione tra docenti e impatto sull’inclusione

La nota del movimento sottolinea una palese discriminazione tra gli insegnanti su posto comune e quelli di sostegno. 

Secondo “Scuola Lavoro e Libertà”, i docenti su posto comune sembrano essere visti quasi come un accessorio, per i quali non è importante assicurare la continuità didattica. 

Un metro di giudizio opposto, fa notare il comunicato, a quello usato per il sostegno, dove invece si promuove la stabilizzazione da GPS. 

Il gruppo contesta la logica di questa modifica sul tema supplenze e organico autonomia, individuandone l’unico scopo nel recupero di fondi da destinare ad altri ambiti. 

Ancora una volta, la Scuola verrebbe usata come vittima sacrificale per mere esigenze di bilancio, a scapito della sua funzione formativa.

Le conseguenze sulla continuità didattica

Il comunicato pone l’accento sull’impatto concreto che la norma avrebbe sulla vita delle classi. 

Nello specifico, il movimento si chiede se chi progetta queste innovazioni “guardando solo al risparmio” conosca la realtà quotidiana degli istituti. 

L’arrivo di un supplente, si legge, rappresenta una vitale “boccata d’ossigeno” per l’organizzazione. Saltare anche solo dieci giorni di lezioni in materie fondamentali equivale a un “reset nella mente degli alunni“, con serie difficoltà di recupero. 

Inoltre, la norma su supplenze e organico autonomia non sembra tenere conto dell’eventualità di certificati medici prorogati, ad esempio dieci giorni seguiti da ulteriori nove, una situazione che vanificherebbe la logica del provvedimento.

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La gestione delle “esigenze didattiche” e il ruolo dei Dirigenti

Un punto essenziale della critica riguarda la gestione della deroga per “motivate esigenze di natura didattica”. 

“Scuola Lavoro e Libertà” si domanda come possa un dirigente scolastico, che non opera direttamente nelle classi, valutare con cognizione di causa tali necessità. 

Il dirigente, oltretutto, potrebbe avere una formazione totalmente diversa da quella del docente assente. 

Il comunicato ricorda che migliaia di docenti supplenti hanno accumulato annualità di servizio proprio grazie a contratti consecutivi spesso inferiori ai dieci giorni. 

A supporto della tesi, il movimento cita la netta contrarietà alla norma espressa anche dall’ANP (Associazione Nazionale Presidi).

L’attacco alla Scuola Pubblica e il silenzio dei sindacati

La conclusione del comunicato è netta. Secondo “Scuola Lavoro e Libertà”, la politica dimostra di considerare l’Istruzione Pubblica non come una risorsa, ma come “una zavorra di cui liberarsi“. 

Il movimento descrive un sistema in cui è lo stesso comparto Istruzione a dover fornire risorse economiche al Paese, attraverso il “business della formazione” e la cessione di fondi ai privati. 

La nota si chiude con una critica al “silenzio assensodei sindacati, che di fatto approverebbero la misura. 

L’avvertimento finale è che a pagare il prezzo di queste scelte sarà il livello culturale della società, mentre i lavoratori del settore saranno spinti verso la precarietà.