Il sistema di specializzazione per i docenti di sostegno sta attraversando una fase di forte contestazione a seguito dell’introduzione di percorsi alternativi al Tirocinio Formativo Attivo (TFA). In particolare, l’inserimento nelle graduatorie di aspiranti docenti con titoli conseguiti all’estero ha sollevato numerose polemiche tra coloro che hanno completato il percorso formativo in Italia. E proprio in questo contesto, una manifestazione tenutasi a Bari ha visto la partecipazione di numerosi docenti in ginocchio davanti a una chiesa per chiedere maggiore equità nelle assegnazioni delle cattedre.
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SOMMARIO
ToggleIl contesto della protesta
Un gruppo di docenti, specializzati grazie al TFA sostegno erogato dalle università italiane, ha manifestato a Bari il proprio dissenso rispetto alla possibilità di essere scavalcati in graduatoria da candidati con titoli conseguiti in Paesi dell’Unione Europea.
Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, gli insegnanti in protesta hanno evidenziato il sacrificio richiesto dal percorso italiano, caratterizzato da:
- tre prove selettive obbligatorie per accedere al TFA;
- frequenza obbligatoria ogni fine settimana presso le Università;
- esami finali e tirocini formativi.
Molti manifestanti hanno sottolineato che, nonostante l’impegno e il tempo dedicato al conseguimento della specializzazione, si trovano a non ottenere incarichi poiché preceduti in graduatoria da chi ha acquisito il titolo in Romania o in altri Paesi europei, talvolta con un investimento economico elevato (si parla di cifre vicino ai 10mila euro).
Il Decreto Scuola e l’attivazione del TFA Indire
Con l’entrata in vigore del Decreto-Legge 71/2024, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto percorsi di specializzazione alternativi al TFA, che saranno erogati dall’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa).
Tali percorsi prevedono due diverse categorie di accesso:
- docenti con almeno tre anni di servizio sul sostegno, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni scolastici (sia in scuole statali che paritarie);
- candidati con titoli esteri che abbiano avviato una procedura di riconoscimento del titolo o un contenzioso amministrativo per mancata conclusione dell’iter di riconoscimento nei termini previsti dalla legge (purché rinuncino al procedimento).
Struttura dei percorsi di specializzazione dell’INDIRE
I percorsi di specializzazione previsti dal decreto prevedono il conseguimento di almeno 30 crediti formativi universitari (CFU).
Le Università potranno attivare tali percorsi autonomamente o in collaborazione con l’INDIRE, con l’obbligo di garantire una preparazione teorico-pratica in linea con gli standard richiesti per l’insegnamento su posti di sostegno.
Criticità e implicazioni per il sistema scolastico
Le nuove disposizioni hanno suscitato forti reazioni nel mondo della scuola, in particolare tra coloro che hanno seguito il percorso tradizionale per la specializzazione.
Le principali criticità segnalate riguardano:
- disparità di trattamento: i docenti che hanno superato il percorso TFA con un processo selettivo rigoroso lamentano il rischio di essere penalizzati rispetto a chi ha ottenuto il titolo all’estero;
- dubbia equiparazione dei titoli esteri: in assenza di un monitoraggio stringente, si teme che alcuni titoli conseguiti all’estero possano non rispondere agli stessi criteri formativi adottati in Italia;
- difficoltà nell’accesso alle graduatorie: l’inserimento in graduatoria di candidati con titoli stranieri potrebbe ridurre le opportunità di impiego per chi ha svolto il percorso italiano.
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