Elena Maraga, l’insegnante 29enne di una scuola dell’infanzia cattolica in provincia di Treviso, finita al centro di un’aspra polemica dopo l’apertura di un profilo su OnlyFans – la celebre piattaforma di contenuti per adulti a pagamento – per arrotondare il suo “misero” stipendio da 1.200 euro mensili, è stata sospesa dall’impiego e dallo stipendio. Il tutto dopo che la stessa aveva già deciso di rinunciare all’incarico. Le proteste seguite alla scoperta del suo nuovo “hobby/lavoro” – che in poco più di un mese le hanno permesso di guadagnare circa 1.400 euro – l’avevano, infatti, convinta a voltare pagina e a dedicarsi in maniera esclusiva al fitness e al bodybuilding, le sue vere grandi passioni. Ma nonostante questo la scuola presso cui lavorava ha deciso di “usare le maniere forti”.
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ToggleLa scoperta e la reazione della scuola
La segnalazione era partita da una madre, che aveva scoperto il profilo della maestra su OnlyFans grazie a un link pubblicato su Instagram. La donna aveva subito informato la scuola, che aveva a sua volta avviato una verifica interna.
Secondo il referente regionale della Federazione italiana scuole materne (Fism), l’accaduto riguarda principalmente la fiducia che le famiglie ripongono nei confronti degli insegnanti.
“Pur rispettando la libertà personale, ci si aspetta un comportamento privato coerente con il ruolo educativo“, ha dichiarato il referente, evidenziando la sensibilità del tema.
Intanto, la scuola aveva avviato una riflessione sulla situazione, senza escludere provvedimenti che potrebbero variare dalla richiesta di chiusura del profilo alla sospensione dell’insegnante.
Tuttavia, la maestra – che sarebbe dovuta tornare in classe il 19 marzo – aveva preferito fare un passo indietro e avrebbe dovuto firmare un documento con il quale sarebbe stata collocata in ferie fino al terme dell’anno scolastico in corso.
Ma la scuola dell’infanzia cattolica di Treviso ha preferito sospenderla, privandola anche dello stipendio.
Inutile, in questo caso, anche la lettera sottoscritta e consegnata nelle mani del parroco da una trentina di genitori che difendono l’educatrice e ne chiedono la conferma. Elena Maraga – che, grazie a tutta questa pubblicità gratuita, ha visto crescere richieste e abbonamenti al suo profilo OnlyFans – non sembra in alcun modo disposta a cambiare idea.
La difesa della maestra: “Non ho nulla di cui vergognarmi”
Nei giorni scorsi, tuttavia, la giovane insegnante 29enne, aveva deciso di rispondere pubblicamente in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, difendendo la sua scelta di lavorare su OnlyFans.
“Sono adulta e consapevole di ciò che faccio con il mio corpo. Mettere in mostra il proprio corpo è ancora un tabù in Italia, ma io sono fiera dei miei risultati fisici e se posso guadagnarci, tanto meglio”, aveva dichiarato.
La stessa aveva, inoltre, chiarito che il suo profilo Instagram privato era stato utilizzato per condividere il link di OnlyFans con un numero ristretto di persone, ma non con le mamme degli alunni.
Nonostante la sua decisione di non fare dietrofront, la docente aveva sottolineato che la sua attività su OnlyFans non influisce sull’insegnamento e sull’educazione che fornisce ai bambini.
Infine, la maestra aveva ribadito come, a suo avviso, “l’educazione principale deve venire dalla famiglia”, precisando che i genitori che hanno visto il suo profilo “sono già iscritti a OnlyFans, quindi non vedo dove stia il problema”.
Il punto di vista dei genitori e le conseguenze sociali
Non tutti i genitori sono dalla parte della maestra. Alcuni, infatti, si sono detti preoccupati per l’esempio che potrebbe dare la sua attività online.
Molti hanno espresso il loro dissenso, ritenendo che il comportamento della docente possa compromettere l’immagine della scuola e l’affidabilità del ruolo educativo che ricopre.
Tuttavia, altri genitori hanno manifestato il loro sostegno, lodando la trasparenza della maestra e ricordando che la sua professionalità non è messa in discussione dalla sua vita privata.
Riflessioni sull’educazione e il ruolo della scuola
La vicenda ha messo in luce una problematica più ampia riguardante il ruolo educativo della scuola e la separazione tra la vita privata degli insegnanti e il loro ruolo professionale.
Sebbene la libertà personale sia un diritto fondamentale, è altrettanto importante che gli educatori mantengano comportamenti che rispecchino i valori educativi trasmessi agli studenti.
In questo contesto, la scuola, in quanto istituzione formativa, ha il compito di garantire non solo l’acquisizione di conoscenze, ma anche l’insegnamento di principi etici e morali.
È, quindi, fondamentale che gli insegnanti, pur essendo liberi di condurre la propria vita privata, non compromettano la fiducia che le famiglie ripongono in loro. La comunità educativa è chiamata a riflettere su come bilanciare la libertà individuale con le esigenze di coerenza professionale.
Un caso che invita alla riflessione
L’incidente che ha coinvolto la maestra di Treviso solleva questioni rilevanti riguardo alla libertà personale degli insegnanti, ma anche alla necessità di un equilibrio tra la vita privata e il ruolo educativo.
La scuola rimane un ambiente di formazione e crescita, dove l’integrità del docente deve riflettere i valori che si intendono trasmettere ai bambini.
Il caso di Treviso, purtroppo, diventa l’occasione per rivedere le politiche educative e la protezione dell’immagine delle scuole.
Sebbene non vi siano leggi che vietino espressamente attività come quella della maestra su OnlyFans, resta fondamentale che gli educatori mantengano la fiducia delle famiglie e non compromettano l’immagine dell’istituzione che rappresentano.