Venerdì 15 novembre si preannuncia una giornata di forte mobilitazione per il mondo della scuola. Il sindacato Anief ha indetto uno sciopero nazionale, a cui aderiranno sia il personale docente che gli studenti.
Le motivazioni dello sciopero
Le motivazioni della protesta sono molteplici, in primis secondo il sindacato Anief c’è «l’alto tasso di precarietà, l’abuso dei contratti a termine e la discriminazione tra personale di ruolo e precario».
Il presidente di Anief Marcello Pacifico ha anche criticato duramente la gestione del reclutamento, definendola «irragionevole», inoltre ha espresso solidarietà nei confronti dei precari con oltre 36 mesi di servizio e degli idonei ai concorsi del 2023, definiti come «ingiustamente esclusi dalle stabilizzazioni».
Quest’ultima categoria si prevede sarà particolarmente coinvolta dalla manifestazione di domani, perché comprende moltissimi docenti e aspiranti tali.
UDS si unisce allo sciopero
Si uniranno anche gli studenti, che aderiranno al “No Meloni Day” indetto dall’Unione degli Studenti (UDS): la loro richiesta è di «cambiare questo modello di scuola e riprendere in mano il nostro futuro», liberandosi dalla subordinazione al mondo del lavoro e dalla cultura della guerra, contrastando le dinamiche autoritarie e i costi insostenibili dell’istruzione, e combattendo il malessere psicologico e il patriarcato.
Si prospetta una giornata di forte tensione e di protesta, che vedrà uniti docenti e discenti, accomunati dalla volontà di rivendicare i propri diritti e chiedere profonde riforme del sistema scolastico che, a loro dire, necessita di urgenti interventi.
 
					 
 
			

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

