A partire da domani, 24 giugno 2025, l’Università italiana mette da parte il tradizionale test d’ingresso per la facoltà di Medicina, dando il via a una rivoluzione educativa.
La nuova procedura prevede un’iscrizione libera tramite Universitaly, seguita da un «semestre filtro» di selezione basato su esami nazionali. Un cambiamento epocale che mira a rendere più equo e flessibile l’accesso alla professione medica, mettendo – però – alla prova l’organizzazione didattica degli atenei.
Iscrizione libera e semestre filtro: come funziona il nuovo sistema
Dal 24 giugno al 25 luglio 2025, chiunque può iscriversi al corso di laurea in Medicina versando solo un contributo di 250 euro, eliminando le barriere del test d’ingresso e del numero chiuso.
L’iscrizione avviene sul portale Universitaly e include l’opzione di indicare un percorso “affine” in caso di mancata ammissione successiva.
Il vero momento selettivo è rappresentato dal semestre filtro che prende avvio il 1° settembre e si conclude entro fine novembre.
In questo periodo, gli studenti affrontano tre materie fondamentali – chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia – durante lezioni standardizzate in tutti gli atenei.
A novembre e dicembre si terranno due sessioni nazionali di esami: chi supera tutte e tre le prove con almeno 18/30 sarà inserito in una graduatoria nazionale che assegnerà circa 25.000 posti disponibili per il secondo semestre.
Organizzazione universitaria e percorsi alternativi
Per accogliere il notevole aumento di iscritti stimato in circa 70.000 candidati, le università dovranno potenziare le proprie strutture e incrementare i posti disponibili di circa 3.000 unità, grazie a un finanziamento aggiuntivo di circa 50 milioni di euro.
Le lezioni del semestre filtro dovranno essere organizzate in modalità in presenza o mista, assicurando a tutti gli iscritti pari opportunità formative.
Chi non supererà il semestre filtro potrà proseguire il percorso in una facoltà affine – come biotecnologie, scienze biologiche o farmacia – con il riconoscimento dei 18 crediti acquisiti.
Inoltre, lo stesso semestre potrà essere ripetuto fino a tre volte, anche non consecutive, lasciando aperta la speranza di rientrare nel corso principale.
Sarà fondamentale monitorare l’impatto pratico su atenei, studenti e fabbisogno sanitario, per valutare se questa rivoluzione sarà in grado di garantire maggiore equità e qualità nella formazione dei medici del futuro.


