In seguito ad un incidente a scuola durante l’ora di educazione fisica, il Tribunale di Napoli ha stabilito che la scuola debba risarcire lo studente vittima della caduta, poichè il docente non ha prestato la giusta sorveglianza. È questo un tipico caso in cui si è applicata la culpa in vigilando.
Difatti, il caso è balzato alle cronache proprio perché ha messo in evidenza l’importanza della vigilanza e della sicurezza negli ambienti scolastici, elementi fondamentali per tutelare l’incolumità degli studenti.
Incidente a scuola durante l’ora di educazione fisica: su chi ricade la responsabilità?
Una normale lezione di educazione fisica si è trasformata in un caso emblematico di responsabilità scolastica.
Uno studente, correndo durante l’attività motoria, è caduto a causa di una pavimentazione irregolare nascosta dalle foglie, riportando una grave frattura al femore.
L’incidente a scuola durante l’ora di educazione fisica ha richiesto un intervento chirurgico urgente e ha avuto conseguenze sia fisiche che psicologiche: immobilizzazione prolungata, perdita di autonomia personale e sofferenza emotiva di livello medio.
Secondo la sentenza del Tribunale di Napoli n. 9466/2025, la scuola ha l’obbligo di garantire la sicurezza durante tutte le attività, anche sportive.
L’insegnante non stava supervisionando direttamente gli studenti impegnati nella corsa e non ha prevenuto la situazione pericolosa, risultando quindi inadempiente nei confronti dei suoi obblighi di vigilanza.
Il tribunale ha richiamato un principio chiaro: l’iscrizione a scuola crea un vincolo di tutela per cui l’istituto deve evitare che gli alunni siano esposti a rischi. In questo caso, la mancanza di supervisione e l’ambiente non sicuro hanno determinato la responsabilità diretta della scuola.
Le conseguenze per lo studente dopo l’incidente a scuola durante l’ora di educazione fisica
L’incidente a scuola durante l’ora di educazione fisica ha avuto impatti rilevanti sulla vita dello studente:
- Danno fisico: frattura al femore con intervento chirurgico di sintesi tramite chiodo endomidollare; futura rimozione del chiodo prevista.
- Danno biologico permanente: 11%, con 30 giorni di inabilità totale e ulteriori 90 giorni di invalidità parziale.
- Danno psicologico e emotivo: disagio per la perdita di autonomia e lontananza dalle attività quotidiane.
L’episodio dimostra come un ambiente scolastico non sicuro possa avere conseguenze gravi e durature sul benessere fisico e psicologico di uno studente.
Cosa dice la sentenza
In seguito all’’incidente a scuola durante l’ora di educazione fisica, il Tribunale ha stabilito un risarcimento totale di 26.000 euro per danni non patrimoniali, oltre al rimborso di spese mediche e legali (circa 5.000 euro).
La sentenza ribadisce che la sicurezza degli studenti, soprattutto dei più giovani, è prioritaria e che la scuola deve dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive necessarie.
In assenza di tale dimostrazione, la responsabilità è pienamente riconosciuta. Dunque, l’episodio evidenzia alcuni punti cruciali:
- La vigilanza durante le attività scolastiche non è opzionale, ma un obbligo legale inderogabile.
- La manutenzione e la sicurezza degli spazi devono essere garantite, soprattutto in aree dove si svolgono attività fisiche.
- In caso di incidente, la scuola può essere chiamata a rispondere con risarcimenti concreti sia per danni fisici che emotivi.


