Milano, ascensore negato ad un bambino disabile: dov’è la tanto decantata accessibilità?

Ascensore a Milano

La storia di Essa, bambino disabille di sei anni che vive a Milano, lascia indignati ed increduli: a lui e alla sua famiglia è stato negato l’uso dell’ascensore a causa di difficoltà economiche. 

Nell’era della modernità e dell’inclusione, una mamma è costretta a portare il figlio disabile in braccio per ben 5 piani perché non può “permettersi” l’uso dell’ascensore.

Il caso di Essa

Essa, bambino di sei anni affetto da grave disabilità motoria, vive con la sua famiglia al quinto piano di un condominio in viale Monte Ceneri 71, una zona residenziale della città meneghina. 

Tuttavia, a causa di difficoltà economiche e di un sistema di gestione condominiale che non prevede l’accesso gratuito all’ascensore per chi non contribuisce alla manutenzione, il bambino è costretto a vivere una realtà estremamente difficile.

Ogni giorno, la madre di Essa, Alia Bibi, è obbligata a portare il figlio in braccio per cinque piani, per permettergli di uscire di casa e andare a scuola. Questo sforzo fisico diventa sempre più arduo, poiché il bambino, ormai cresciuto, sta diventando sempre più pesante, e la situazione si fa insostenibile. 

Le condizioni di Essa richiedono una gestione della vita quotidiana che comprenda l’accesso a risorse e servizi essenziali, tra cui, ovviamente, l’ascensore.

La lotta della famiglia per la dignità

Come dicevamo, la famiglia – già alle prese con le difficoltà legate alla disabilità di Essa – ha dovuto affrontare un ostacolo imprevisto: l’accesso all’ascensore è limitato ai condomini che contribuiscono economicamente alla sua manutenzione. 

La famiglia di Essa non è in grado di coprire tali spese, una condizione che ha reso impossibile l’uso dell’ascensore per il bambino e la madre. Nonostante ciò, la donna ha cercato di sensibilizzare le istituzioni e la comunità sulla sua difficile situazione, ma per un lungo periodo la sua richiesta di supporto è rimasta inascoltata.

Il racconto della quotidianità della famiglia, che trascorre ogni giorno con enormi difficoltà, ha suscitato l’indignazione di molte persone e associazioni, portando alla creazione di una rete di solidarietà

I genitori dei compagni di scuola di Essa hanno avviato iniziative per raccogliere fondi e supportare la famiglia, ma l’accesso all’ascensore e la possibilità di una vita più dignitosa sembravano ancora lontani.

L’Intervento delle istituzioni e la solidarietà della comunità

La situazione di Essa ha cominciato a evolversi positivamente grazie all’intervento della Fondazione Progetto Arca, una realtà che si occupa di aiutare le famiglie in difficoltà. 

La fondazione ha trovato una soluzione per Essa e la sua famiglia, mettendo a disposizione un trilocale situato al piano terra, in via Mac Mahon, a meno di un chilometro dalla scuola frequentata dal bambino. 

Questa nuova sistemazione consente a Essa di vivere una vita quotidiana più facile e accessibile. L’intervento della Fondazione ha dato speranza alla famiglia e alla comunità, che ha dimostrato un impegno concreto nei confronti di Essa. 

L’accessibilità a scuola

Il caso di Essa non è solo un esempio di difficoltà quotidiana, ma anche un monito per la società, le istituzioni e il mondo della scuola. 

Le scuole italiane, in particolare, hanno bisogno di infrastrutture adeguate, servizi di supporto e politiche pubbliche mirate a garantire pari opportunità a tutti gli studenti.

Un bambino che non può accedere facilmente alla propria scuola o vivere in un ambiente che non supporta le sue necessità fondamentali, rischia di vedere compromessa la propria esperienza educativa e la propria crescita.

Le scuole, difatti, sono il cuore della comunità e devono garantire non solo un’educazione di qualità, ma anche un ambiente che sia fisicamente e socialmente accessibile a tutti.

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