La professione docente in Italia è molto più complessa di quanto possa sembrare, con un carico di lavoro degli insegnanti italiani che va ben oltre l’immaginario collettivo. Difatti, oltre alle ore in classe, i docenti dedicano tempo ad altre tantissime attività fuori dall’orario scolastico come la progettazione delle lezioni, la correzione dei compiti, la gestione digitale e le comunicazioni con famiglie e colleghi.
Secondo un questionario del Cidi – il Centro Iniziativa Democratica Insegnanti – somministrato a 1.292 docenti tra Torino e Palermo, il lavoro invisibile degli insegnanti costituisce ormai la maggior parte del loro tempo effettivo, trasformando la scuola in un contesto che non si limita al suono della campanella.
Lezioni, progettazione e correzioni: il lavoro invisibile degli insegnanti
Uno degli aspetti meno considerati del lavoro docente è la preparazione delle lezioni, svolta in gran parte a casa o fuori dall’orario scolastico. Si arriva a sfiorare il 40%, tra i maestri della scuola primaria che dedicano tra le 7 e le 10 ore mensili esclusivamente alla progettazione in aula, cui si aggiungono ore extra a casa nel 58% dei casi.
Nella scuola secondaria, il carico di lavoro degli insegnanti italiani aumenta ulteriormente: molti docenti dedicano 10-20 ore mensili a progettazione e correzione compiti, a cui si aggiungono ulteriori ore di attività individuale a casa.
I numeri mostrano come la qualità dell’insegnamento dipenda in gran parte da lavoro non contabilizzato, spesso svolto in isolamento e senza strumenti condivisi, aumentando il senso di sovraccarico e stress.
Oltre alla preparazione, il registro elettronico e la documentazione digitale rappresentano un altro impegno significativo: circa il 75% degli insegnanti dedica 1-6 ore mensili a scuola alla compilazione, con una quota consistente che lavora anche tra 7 e 20 ore mensili da casa.
Digitale e comunicazioni: quando il carico di lavoro degli insegnanti italiani invade la vita privata
L’avvento delle tecnologie digitali ha reso il lavoro docente continuo e frammentato. Messaggi da genitori, studenti o dirigenti arrivano spesso dopo le 20, durante il weekend o nei giorni festivi. Nelle scuole secondarie, circa il 28% dei docenti dichiara di dedicare più di 7 ore al mese alle comunicazioni da remoto.
Anche il lavoro collegiale e amministrativo si è spostato online: riunioni, commissioni, dipartimenti e sessioni collaborative avvengono sempre più spesso tramite email, chat e piattaforme digitali, riducendo lo spazio di scambio spontaneo tra colleghi e accentuando il lavoro sommerso.
Una simile situazione mette in evidenza l’assenza di una regolamentazione chiara sul diritto alla disconnessione, con il risultato che molti insegnanti gestiscono un flusso continuo di informazioni impossibile da delimitare. Il confine tra lavoro e vita privata si dissolve, aumentando stress e rischio di burnout.
Dati e impatti sul benessere dei docenti
Il sondaggio tra Torino e Palermo conferma una tendenza nazionale: il lavoro degli insegnanti è frammentato, esteso e spesso invisibile. Oltre la metà dei docenti riceve messaggi fuori orario, il 40% lavora durante il weekend, e molti segnalano difficoltà a separare vita professionale e privata.
I dati hanno implicazioni dirette sul benessere fisico e psicologico dei docenti. L’aumento del carico di lavoro degli insegnanti italiani non riconosciuto contribuisce a stress, ansia e riduzione della motivazione, influenzando anche la qualità dell’insegnamento e delle relazioni con gli studenti.
Le sfide della professione docente oggi
L’insegnante moderno deve gestire simultaneamente:
- Lezioni frontali e attività didattiche in classe.
- Progettazione e correzioni fuori dall’orario scolastico.
- Comunicazioni digitali continue con famiglie e colleghi.
- Riunioni e attività amministrative sia in presenza che online.
Una simile molteplicità di compiti richiede competenze organizzative, digitali e relazionali, ma pone anche una sfida critica: preservare la vita privata e garantire la sostenibilità professionale. La richiesta dei docenti è chiara: riconoscere ufficialmente il lavoro invisibile e ridefinire spazi e tempi tra scuola e vita personale.
Il carico di lavoro degli insegnanti italiani è molto più ampio di quanto tradizionalmente percepito. Tra lezioni, correzioni, registri digitali e comunicazioni online, la professione supera di gran lunga l’orario scolastico ufficiale.
Riconoscere e tutelare il lavoro invisibile è fondamentale per migliorare il benessere dei docenti, garantire una scuola più efficiente e prevenire il rischio di burnout. La sfida è educativa, organizzativa e politica: la scuola del futuro deve conciliare responsabilità professionale e qualità della vita privata dei docenti.


