Il 18 gennaio scorso è stato firmato, in maniera definitiva, il contratto nazionale di lavoro Istruzione e Ricerca. L’iter era partito da tempo e per il triennio 2019-2021 tante cose erano state pensate, ma il CCNL presenta comunque delle lacune. Un contratto che tutela, in parte, sia i precari che le donne oltre ad aprire le porte a un riconoscimento per il personale scolastico. Un primo passo, ma resta ancora molto da fare. Marcello Pacifico ha espresso la sua posizione in merito alla questione.
«Di cose da fare ce ne sono ancora tantissime – ha confermato il Presidente nazionale Anief -, in particolare per il personale Ata, spesso tenuto fuori da qualsivoglia tipologia di tutela o avanzamento del loro status, che non hanno considerazione nei tavoli ministeriali e nemmeno in quelli contrattuali, purtroppo. Purtroppo questi professionisti non godono della stessa considerazione di chi insegna».
Il nuovo CCNL ha fatto ottenere 124 € in più in busta paga agli insegnanti, 90 € agli Ata e meno di 80 € a un collaboratore scolastico. «Parliamo veramente di poca roba – ha tuonato Pacifico – soprattutto se teniamo conto della crescente inflazione. Sembra quasi un’elemosina, ma se messa in relazione allo stipendio, certamente si tratta di qualcosa di positivo».
Sempre in riferimento a CCNL comparto istruzione e ricerca, l’Anief ha contribuito a far sì che la formazione del personale docente possa essere retribuita con criteri da stabilire in contrattazioni d’istituto.
SOMMARIO
ToggleCCNL personale scolastico: la situazione dei precari
Pacifico, parlando del CCNL personale scolastico, del difende con i denti l’operato dell’Anief.
«Non accetto di sentire pareri del tipo “il sindacato” non sta facendo nulla. Noi stiamo lavorando con impegno per garantire più tutela e concessioni possibili. I precari sono la categoria alla quale prestiamo più attenzione. Il CCNL rappresenta un inizio. Le battaglie che abbiamo fatto sono sotto gli occhi di tutti, Anief vuole andare avanti, potevamo essere comparse invece siamo attori».
C’è anche l’indennità di disagio per gli assistenti tecnici che lavorano in più istituti del primo ciclo, da 350 € a 800 € e l’una tantum per i supplenti docenti e Ata. Altra importante novità è sulla formazione docenti prevista nell’orario di servizio e l’introduzione del vincolo triennale.
«Quello sulla formazione – ha precisato Pacifico – è un discorso diverso, perché si tratta di una direttiva europea: non si poteva fare altrimenti. L’Europa sta confondendo la battaglia della continuità didattica con i vincoli sulla mobilità che non c’entrano nulla, perché gli insegnanti di sostegno sono della classe non dell’alunno. Il problema principale è sui precari, in quanto, dopo cinque anni di incertezza, magari si viene assunti per poi essere costretti a restare lontani dalla famiglia. Non ci arrenderemo su questa ingiustizia».
CCNL, quanti ritardi sul personale Ata
Il CCNL è entrato in vigore già il giorno dopo l’approvazione (19 gennaio) per il personale docente, mentre per gli ATA il primo maggio per dare tempo alle scuole di adeguarsi alle novità. Parliamo del ritorno alla mobilità verticale.
«Dopo trent’anni di modifiche contrattuali che non avevano cambiato nulla – ha analizzato Pacifico – stiamo lavorando affinché questi posti vadano in organico, magari per il prossimo anno. Si tratta di una sfida. Il profilo “F” c’era da prima. Chi lavora da anni come facente funzione deve avere il suo merito, chi ha vinto il concorso va formato ed entrare in ruolo. L’attenzione, da parte nostra, al personale ATA è stata tanta. Vogliamo essere equitativi. Invito tutti i colleghi a partecipare alla campagna assembleare. Tutti insieme dobbiamo lavorare per migliorare. La coesione è l’arma migliore».
Altro argomento importante, per gli ATA, è l’obbligo della certificazione di alfabetizzazione digitale per continuare a restare in graduatoria.
«Rispetto ai tanti enti che danno queste certificazioni, devono esserci dei controlli – dice Pacifico -. Senza attenzione si rischia di creare un sistema di soldi ma senza qualità e validità delle certificazioni acquisite. Gli Enti ufficiali che certificano vanno lasciati dove sono, l’importante è il valore».
L’aggiornamento delle graduatorie ATA doveva essere quest’anno, ma si sta andando verso un rinvio al 2025. Qual è la situazione?
«Riteniamo che si possa agire subito – specifica il presidente Anief -, ma in vista di un emendamento, se si rifà la pianta organica si può avere una giustificazione, altrimenti non avrebbe senso. Qualora ci fossero più posti, la ragione sarebbe plausibile. Le graduatorie vanno riaperte subito».
Un CCNL, insomma, che sta portando a diverse domande e tante chiarificazioni. Chi ben inizia è a metà dell’opera, ma si deve fare ancora molto.