Docenti e ATA in protesta: flashmob in sei città contro stipendi bassi e precariato

Rosalia Cimino

4 Settembre 2025

Docenti e ATA in protesta in piazza

Docenti e ATA in protesta: flashmob in sei città contro stipendi bassi e precariato

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Docenti e ATA in protesta: ieri, 3 settembre, il personale scolastico italiano è sceso in piazza dando vita a un secondo flashmob nazionale davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito a Roma, contemporaneamente ad altre cinque città: Milano, Torino, Bologna, Napoli e Cagliari

L’iniziativa, spontanea e apartitica, mira a riportare l’attenzione pubblica sulle condizioni di lavoro precarie e sulle retribuzioni insufficienti nel settore scolastico, alla vigilia dell’avvio dei colloqui tra Ministero e sindacati per il rinnovo contrattuale previsti per oggi, 4 settembre.

I manifestanti hanno consegnato un documento con tre richieste fondamentali: adeguamento degli stipendi, riduzione dei tempi per gli scatti di anzianità e stabilizzazione dei precari, evidenziando come l’attuale situazione metta a rischio la continuità didattica e la qualità dell’istruzione. Scopriamo tutti i dettagli.

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Cosa ha portato docenti e ATA in protesta?

Come appena accennato, tra le principali criticità denunciate che hanno portato docenti e ATA in protesta troviamo:

  • Stipendi inadeguati: il personale ATA percepisce circa 1.200 euro al mese, insufficienti per sostenere le spese quotidiane.
  • Scatti di anzianità troppo lunghi: per gli insegnanti il primo aumento stipendiale arriva dopo nove anni, una situazione definita “indegna” dai manifestanti.
  • Precariato diffuso: circa il 25% dei docenti è precario, con effetti negativi sulla continuità didattica e sul funzionamento del sistema educativo.

Domenico Guarascio, referente dei docenti, ha sottolineato l’urgenza di investimenti concreti nella scuola, mentre Fabrizio Sau, per il personale ATA, ha evidenziato la mancanza di riconoscimento professionale per ruoli fondamentali come sicurezza, pulizia e gestione dei laboratori.

Richieste al Governo e prospettive future

I manifestanti hanno posto l’accento anche sulle priorità di spesa pubblica, contestando l’aumento della spesa militare dal 2% al 5% del PIL e chiedendo che più fondi siano destinati all’istruzione.

Le richieste principali rivolte al ministero includono:

  • Adeguamento degli stipendi al costo della vita e riduzione dei tempi per gli scatti di anzianità.
  • Stabilizzazione dei precari e maggiore continuità didattica.
  • Miglioramento delle condizioni per il personale ATA, inclusi buoni pasto, diritti di trasporto e supporto per affitti.

L’iniziativa, che ha visto una partecipazione pacifica e spontanea in sei città italiane, rappresenta un grido d’allarme del mondo scolastico e un invito al Governo a intervenire rapidamente per garantire dignità, rispetto e investimenti concreti nella scuola pubblica.

L’impatto del flashmob e la partecipazione spontanea

Il flashmob ha visto la partecipazione spontanea e apartitica di docenti e personale ATA, organizzata principalmente attraverso il web. 

Questa modalità ha permesso di coinvolgere contemporaneamente sei città, dando visibilità nazionale alla protesta e mostrando che le istanze del personale scolastico non sono legate a sigle sindacali, ma rappresentano un grido d’allarme collettivo per la dignità e il riconoscimento professionale.

Scuola, dignità e investimenti necessari

La protesta di docenti e ATA dimostra che il settore scolastico italiano vive una fase critica, caratterizzata da stipendi bassi, scatti di anzianità lenti e precarietà diffusa. La mobilitazione nazionale mette in evidenza la necessità di:

  • maggiori investimenti nell’istruzione;
  • riconoscimento della professionalità di tutto il personale;
  • politiche concrete per stabilizzare i precari e garantire continuità didattica.

L’iniziativa rappresenta un appello chiaro al Governo e all’opinione pubblica: senza attenzione alle condizioni dei lavoratori della scuola, è difficile assicurare un’istruzione di qualità e una reale valorizzazione del sistema educativo italiano.

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FAQ sulla protesta e sul contratto scuola

Ecco le principali domande giunte in redazione sulle motivazioni che hanno spinto docenti e ATA in protesta:

Quali sono le principali richieste dei docenti e del personale ATA?

Adeguamento degli stipendi, scatti di anzianità più rapidi e stabilizzazione dei precari, oltre a migliori condizioni per il personale ATA.

Perché si parla di flashmob spontaneo?

L’iniziativa è stata organizzata principalmente via web, senza l’intervento dei sindacati, coinvolgendo sei città italiane simultaneamente.

Qual è la situazione del personale ATA?

Il personale percepisce circa 1.200 euro al mese, con mancanza di riconoscimento professionale e difficoltà a coprire le spese quotidiane.