Elena Maraga, ex insegnante di una scuola materna nel Trevigiano licenziata per “giusta causa” poichè presente sulla piattaforma per adulti OnlyFans, ha deciso di reagire legalmente e denunciare il padre di un suo alunno.
L’uomo ha diffuso le foto della maestra nella chat del calcetto dove erano presenti anche altri genitori, innescando una serie di eventi che hanno portato al licenziamento della donna.
Un licenziamento senza appello: morale cattolica e rapporto di fiducia
La vicenda nasce a marzo, quando emerge che un papà ha acquistato e poi condiviso foto di Elena Maraga, scattate per OnlyFans, in una chat del calcetto.
Le conseguenze del gesto sono state drammatiche per la donna: l’asilo paritario cattolico dove Maraga insegnava l’ha dapprima sospesa, e poi licenziata per “giusta causa”, motivando la decisione con l’incompatibilità tra la sua attività privata e i valori espressi dall’istituto.
Elena ha duramente contestato la scelta, sostenendo di non aver mai cercato pubblicità nella scuola né di aver mescolato le due sfere della sua vita.
Il suo stipendio (circa 1.200 € mensili) non le garantiva la serenità economica, tanto che l’account OnlyFans era diventato una fonte di reddito integrativo. Nonostante la decisione drastica del dirigente, una trentina di genitori si erano schierati in sua difesa, avviando una petizione per chiederne il reintegro .
Dal silenzio all’azione legale: querela per diffamazione e insulti online
Non potendosi più appellare all’ambito educativo, Elena ha scelto la via giudiziaria. Ha presentato una denuncia formale presso la procura contro il genitore che ha diffuso le foto, contestandogli la responsabilità di diffamazione.
Ma non si è fermata qui. La sua squadra legale ha avviato altre tre querele nei confronti di utenti che, sui social, l’hanno insultata e offesa pesantemente nei messaggi nei giorni successivi alla diffusione del profilo OnlyFans.
Al centro dell’attacco di Maraga non c’è solo la dignità personale, ma il diritto di esprimersi liberamente: sostenuta dal suo avvocato, sottolinea che la sua vita privata non abbia nulla a che vedere con la professionalità dimostrata in classe.
Parallelamente, Elena sta trattando un possibile indennizzo con l’asilo, che, pur confermando il licenziamento, si è resa disponibile a un accordo.
Il filo sottile tra libertà personale e ruolo educativo
La storia di Elena Maraga, da docente a creatrice di contenuti per adulti con conseguenze occupazionali, diventa uno specchio di tensioni tra etica, reputazione e ruolo sociale.
Tra azioni giudiziarie, accuse di diffamazione, petizioni a suo favore e trattative economiche, emerge una domanda centrale: può una scelta privata influire irrimediabilmente su una carriera professionale?
Il percorso intrapreso da Maraga, fatto di denunce e rivendicazioni, si inserisce nel contesto più ampio della ridefinizione dei confini tra sfera privata e aspettative pubbliche. In un’epoca dove la presenza online è quasi obbligatoria, riflettere sul rispetto della vita privata resta fondamentale.


