Il 1° febbraio 2025, il Ministro dell’Istruzione e del Merito – Giuseppe Valditara – ha annunciato la firma di alcuni decreti che destinano oltre 750 milioni di euro alle scuole paritarie.
L’obiettivo dichiarato è quello di garantire un’istruzione di qualità per tutti, ma la misura ha suscitato non poche polemiche, soprattutto considerando le difficoltà in cui versa la scuola statale.
SOMMARIO
ToggleMilioni alle scuole paritarie: chi pensa alla scuola pubblica?
Dei fondi previsti, oltre 500 milioni di euro saranno distribuiti agli Uffici Scolastici Regionali e alla Regione autonoma Valle d’Aosta, con criteri basati sul numero di istituti, classi e studenti.
163,4 milioni di euro saranno invece riservati agli studenti con disabilità, con un incremento di 50 milioni rispetto allo scorso anno. Infine, 90 milioni di euro andranno a finanziare le scuole dell’infanzia paritarie, in base al numero di iscritti.
Tutto molto bello, ma una domanda sorge spontanea: e la scuola pubblica? Mentre le risorse per le scuole paritarie vengono stanziate con precisione quasi chirurgica, molti istituti statali si trovano a fronteggiare carenza di personale, strutture fatiscenti e finanziamenti insufficienti.
Inclusione scolastica o disparità di trattamento?
Uno dei punti più pubblicizzati del provvedimento riguarda il sostegno agli studenti con disabilità.
Tuttavia, se da un lato l’aumento dei fondi per gli alunni con bisogni speciali è certamente positivo, dall’altro bisogna considerare che le scuole pubbliche accolgono la stragrande maggioranza di questi studenti, spesso senza risorse adeguate.
Le scuole paritarie ricevono quindi un trattamento di favore? È questa la domanda che in molti si pongono.
Il finanziamento è giustificato dal principio di libertà educativa, ma il rischio è che si creino disparità nel diritto allo studio, penalizzando proprio quegli istituti statali che accolgono il maggior numero di studenti in difficoltà.
Un’istruzione equa per tutti o solo per alcuni?
Il dibattito è aperto. Da un lato, i sostenitori della misura sostengono che il finanziamento alle scuole paritarie sia necessario per garantire un’offerta formativa diversificata e sostenere le famiglie che scelgono questo percorso.
Dall’altro, cresce il malcontento di chi vede in questa decisione l’ennesimo segnale di disinvestimento nella scuola pubblica.
Alla fine, il rischio è sempre lo stesso: che mentre si finanzia un settore, se ne lasci un altro in difficoltà. E che a pagarne il prezzo siano, ancora una volta, gli studenti.