Coloro che vogliono insegnare sostegno alle superiori sono in attesa del bando per il TFA Sostegno 2023. Quest’ultimo deve essere emanato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Con scuole superiori si vanno a intendere generalmente gli istituti della secondaria di II grado. È ovvio, però, che per ottenere siffatto ruolo ci siano delle regole ben precise da dover seguire.
Insegnare sostegno alle superiori, infatti, si inserisce nell’ottica dell’integrazione scolastica. La stessa è concretizzabile attraverso il lavoro costante del docente di sostegno.
Tale professionista deve saper adattare le proprie competenze e conoscenze alla situazione specifica di ogni alunno. Si tratta di un insegnante specializzato che lavora con studenti con disabilità, disturbi dello sviluppo o altri Bisogni Educativi Speciali.
Pertanto, è ovvio che chiunque voglia insegnare sostegno alle superiori debba soffermarsi sul suddetto esperto. In tal modo potrà comprenderne al meglio i punti di forza e le potenzialità.
SOMMARIO
ToggleCosa fa l’insegnante di sostegno
Per diventare insegnante di sostegno alle superiori è doveroso fare proprie alcune nozioni. La prima fra tutte è quella concernente alle funzioni di tale professionista.
Infatti, il docente in questione deve mettere in pratica la didattica inclusiva. Si tratta di un approccio che mira a creare un ambiente di apprendimento accogliente.
Al suo interno, infatti, tutti gli studenti devono sentirsi a proprio agio e apprendere al meglio. L’integrazione scolastica, infatti, è un processo complesso che coinvolge una serie di fattori. Tra di essi si possono menzionare l’accesso all’istruzione, l’inclusione sociale, la diversità culturale e l’equità.
Queste misure implicano l’offerta di programmi di integrazione scolastica e l’implementazione di politiche di inclusione sociale. Inoltre, si parla anche di offerta di servizi di supporto e di adozione di programmi di educazione interculturale.
Tutti gli argomenti nominati devono essere appresi e fatti propri da quanti vogliano insegnare sostegno alle superiori. Proprio gli aspiranti docenti di sostegno, come si vedrà meglio in seguito, sono i garanti del diritto allo studio in tali frangenti.
Le funzioni dell’insegnante di sostegno
Insegnare sostegno alle superiori, quindi, è un compito di primo rilievo. Si devono, quindi, analizzare le effettive funzioni di questa tipologia di professore.
Il docente di sostegno non è affidato esclusivamente all’anno con difficoltà, ma assume un ruolo essenziale per l’intera classe. A ricordarlo è la Nota MIUR n. 2215 del 26 novembre 2019.
Per raggiungere il successo scolastico degli studenti in difficoltà, è necessaria la collaborazione di tutti. Il docente di sostegno ha il compito di fornire un’istruzione adeguata a questi alunni con disabilità, attraverso progetti mirati.
Uno dei più importanti è il Piano Educativo Individualizzato (PEI), che prevede interventi mirati per sostenere l’apprendimento dello studente. Esso si fonda su:
- la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
- la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
- la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
- la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.
Nel PEI è fondamentale specificare quali metodi, materiali, sussidi e tecnologie verranno utilizzati dall’insegnante. Inoltre, l’insegnante di sostegno è responsabile della gestione dei Bisogni Educativi Speciali (BES).
Questa categoria non comprende solo gli studenti con disabilità. Ci sono anche i disturbi evolutivi specifici, gli svantaggi socio-economici, linguistici e culturali. Tra i disturbi evolutivi specifici, si possono citare anche i deficit del linguaggio.
Come insegnare sostegno alle superiori
A questo punto, bisogna chiedersi come sia possibile insegnare sostegno alle superiori. Per farlo è necessaria un’abilitazione nel campo proveniente dal Tirocinio Formativo Attivo.
Il bando del nuovo TFA Sostegno, però, non è ancora stato emesso. I criteri di partecipazione, inoltre, sono segnalati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Gli stessi ariano in base all’ordine e grado della scuola di appartenenza.
Per la scuola dell’infanzia e primaria, per esempio, bisogna essere forniti di uno dei seguenti titoli:
- l’abilitazione all’insegnamento conseguita attraverso la laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. In alternativa, un titolo conforme acquisito all’estero e riconosciuto nel nostro Paese;
- il diploma magistrale abilitante, compreso il diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, o un diploma sperimentale a indirizzo linguistico. In alternativa, va bene anche un titolo analogo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia. Però, c’è un dettaglio da tenere in considerazione. Infatti, devono essere stati acquisiti entro l’anno scolastico 2001/2002.
Per la scuola secondaria di I e II grado, invece, i candidati devono avere una di queste qualifiche:
- l’abilitazione su una specifica classe di concorso;
- la laurea magistrale o magistrale a ciclo unico, con accesso ad almeno una specifica classe di concorso, in aggiunta ai 24 CFU per l’insegnamento.
TFA Sostegno 2023: come prepararsi
In definitiva, per insegnare sostegno alle superiori in maniera continuativa e definitiva è necessario il TFA. Quest’ultimo è un percorso universitario a numero chiuso. I detentori dei giusti titoli, inoltre, devono superare una fase selettiva così strutturata:
- prova preselettiva;
- prova scritta;
- prova orale.
Le stesse sono basate su:
- le competenze didattiche diversificate in funzione del grado di scuola;
- le competenze su empatia e intelligenza emotiva. Quindi si parla del riconoscimento e della comprensione di emozioni, degli stati d’animo e dei sentimenti nell’alunno. Inoltre, si deve avere una buona autoanalisi per quanto concerne la propria dimensione emotiva nella relazione educativa e didattica;
- le competenze su creatività e pensiero divergente. Saper generare strategie innovative e originali tanto in ambito verbale linguistico quanto in quello logico e matematico;
- le competenze organizzative e giuridiche correlate al regime di autonomia delle istituzioni scolastiche. Si toccano temi quali il Piano dell’Offerta Formativa, l’autonomia didattica, l’autonomia organizzativa, ma anche gli Organi collegiali. Bisogna affrontare il Consiglio di Istituto, il Collegio Docenti, il Consiglio di Classe o Team di Classe e il Consiglio Interclasse.
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