Niente fiori e cioccolatini né alcuna cena romantica a lume di candela. Per una maestra dell’Istituto comprensivo statale “Francesco Petrarca” di Catania quello appena passato è stato piuttosto un San Valentino da dimenticare in fretta. Un incubo all’insegna di botte ed insulti. L’aggressore – una mamma furiosa – ha atteso la vittime all’uscita di scuola per poi scagliarsi contro l’insegnante, colpevole a suo dire, di aver schiaffeggiato il figlio.
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SOMMARIO
ToggleL’episodio e le conseguenze
L’aggressione è avvenuta all’uscita della scuola, quando il genitore, dopo aver appreso dal figlio di presunti maltrattamenti, ha atteso la docente fuori dall’istituto e – senza nemmeno chiederle spiegazioni o darle modo di fornire la propria versione dei fatti – l’ha colpita violentemente sotto lo sguardo attonito delle colleghe, degli altri genitori e degli studenti.
L’insegnante ha riportato lesioni tali da richiedere cure mediche presso il locale Pronto Soccorso.
Per lei una prognosi di una settimana e, soprattutto, l’amarezza e i risvolti psicologici che inevitabilmente episodi come questo lasciano e con i quali la maestra dovrà purtroppo fare i conti.
L’aumento delle aggressioni ai docenti
Le aggressioni ai danni dei docenti e del personale scolastico in genere rappresentano un fenomeno preoccupante e in continua crescita.
E la redazione di “La Scuola Oggi”, seriamente preoccupata di fronte ai ripetuti episodi di violenza che si ripetono con drammatica puntualità, ha promosso, lo scorso 22 novembre a Roma – insieme ai sindacati del comparto scuola e a rappresentanti del mondo politico e istituzionale – un dibattito dal titolo “Aggressioni in Cattedra: cause e soluzioni per una scuola più sicura” proprio per discutere di questa vera e propria emergenza.
Del resto, i dati ministeriali sono drammatici ed evidenziano un incremento preoccupante degli episodi di violenza segnalati contro il personale scolastico:
- anno scolastico 2022/2023: 36 casi;
- anno scolastico 2023/2024: 68 casi;
- anno scolastico 2024/2025: già oltre 20 casi.
Nonostante un numero imprecisato di aggressioni non venga affatto denunciato né segnalato, la tendenza è, purtroppo, in crescita.
E la maggior parte delle aggressioni vede coinvolti genitori, che in molti casi si scagliano contro gli insegnanti ritenuti responsabili del rendimento scolastico o dei provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei figli.
La reazione delle istituzioni
Quanto accaduto nell’istituto Petrarca di Catania ha sollevato una forte reazione da parte delle autorità locali, con il sindaco di Catania, Enrico Trantino, e l’assessore alle politiche scolastiche, Andrea Guzzardi, che hanno espresso solidarietà alla maestra e condannato fermamente l’accaduto.
Le autorità locali hanno ribadito l’impegno a rafforzare la sicurezza nelle scuole, avviando un piano di interventi per migliorare le condizioni strutturali degli edifici scolastici e per garantire un ambiente di apprendimento sereno e protetto.
Il sindaco Trantino, nel corso di un incontro con la comunità scolastica, ha sottolineato che la sicurezza di studenti e docenti rappresenta una priorità assoluta, e che episodi di violenza come quello avvenuto a Catania non possono essere tollerati.
In particolare, il sindaco e l’assessore hanno annunciato: “Per fronteggiare l’allarmante situazione del plesso di via Pantelleria abbiamo già avviato una riqualificazione strutturale attraverso un programma di interventi finalizzato a migliorare la sicurezza e la funzionalità della struttura che prevede anche l’attivazione di servizi pomeridiani, in modo da offrire ai ragazzi opportunità di crescita e arricchimento extrascolastico, quali appunto le attività sportive e sociali”.
La mamma si giustifica: “Ha preso a schiaffi mio figlio”
Non contenta di aver picchiato la maestra costringendola a recarsi al Pronto Soccorso per essere medicata, la mamma “violenta” non sembra avere alcuna intenzione di scusarsi né di ammettere la propria colpa.
Durante un breve colloquio con il sindaco Enrico Trantino, alla ripresa delle lezioni, davanti all’istituto di via Pantelleria, la stessa avrebbe infatti “giustificato” l’aggressione con alcuni presunti maltrattamenti consumati dalla maestra ai danni del figlio che frequenta la quinta elementare.
“Ha picchiato mio figlio”, avrebbe detto la donna al primo cittadino catanese, mimando anche il gesto. Una sorte di legge del taglione sempre più difficile da digerire, ma che ancora resiste – a dispetto del tempo e della giustizia.
“Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido” (Esodo, capitolo 21, versetti 24-25).
Solidarietà e condanna: USR Sicilia e Snals
L’aggressione della maestra dell’Istituto comprensivo “F. Petrarca” di Catania ha creato sdegno e preoccupazione. Numerosissimi gli attestati di solidarietà nei confronti della docente e di condanna del gesto.
Da parte sua, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, Giuseppe Pierro, ha parlato di “episodio di violenza da condannare” ed ha riferito di aver contattato il dirigente scolastico dell’istituto Petrarca subito dopo aver appreso dell’aggressione, per manifestare la propria solidarietà e vicinanza alla docente.
Lo stesso ha, inoltre, aggiunto: “Dal 2024 sono operative le nuove misure a contrasto della violenza contro il personale scolastico fortemente volute dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in seguito all’allarmante aumento di episodi di violenza a danno di insegnanti e del personale scolastico, accaduti nelle scuole anche durante lo svolgimento delle lezioni. Una riforma che inasprisce le pene per tali tipi di aggressioni proprio in difesa del personale della scuola. Seguiremo da vicino e con attenzione lo svolgimento delle indagini sulla dinamica dell’accaduto e la conseguente individuazione dei responsabili di tale episodio di violenza”.
La Snals Milano ha, invece, tuonato “Giù le mani dai docenti”, per poi parlare di un “corpo docente sempre più screditato e privo di autorevolezza” a fronte di una scuola “percepita come un luogo in cui l’educazione e il rispetto vengono meno”.
“Gli insegnanti si sentono abbandonati e impotenti, privi di strumenti efficaci per contrastare l’aggressività e la mancanza di disciplina – ha denunciato – La professione sta perdendo attrattiva, sia per la scarsa considerazione sociale sia per gli stipendi insufficienti”.
Infine, la Snals ha chiesto un intervento deciso: “Basta con la scuola permissiva, il perdonismo e l’ipertutela degli studenti. Servono misure concrete, come l’arresto in flagranza per chi aggredisce il personale scolastico e l’espulsione definitiva degli studenti violenti. È tempo di agire con fermezza per ripristinare il rispetto e la dignità del ruolo degli insegnanti, perché chi tocca un docente, tocca lo Stato”.