A Marano, in provincia di Napoli, una maestra di scuola primaria è stata sospesa per un anno a seguito di un’indagine della Procura di Napoli Nord, come riportato da Il Corriere della Sera. L’insegnante è accusata di aver compiuto maltrattamenti fisici e verbali su alunni tra ottobre e dicembre 2024, trasformando l’aula in un luogo di terrore. I bambini, sconvolti, rifiutavano di andare a scuola, mostrando ansia e chiusura emotiva, un segnale che ha spinto i genitori a denunciare.
I fatti: una “Pedagogia del Terrore” documentata
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Marano, hanno raccolto prove schiaccianti: offese, minacce, strattonamenti, schiaffi e punizioni sproporzionate, documentate anche da telecamere.
Il comportamento sistematico dell’insegnante, definito una “pedagogia del terrore”, ha avuto un impatto devastante sui minori, alcuni dei quali hanno smesso di sorridere o parlavano a bassa voce del loro rifiuto di tornare in classe.
Il gip del Tribunale di Napoli Nord ha emesso un’ordinanza interdittiva, motivata dalla gravità dei fatti e dalla necessità di proteggere i bambini e prevenire ulteriori episodi.

La reazione istituzionale: sospensione cautelare
La sospensione di dodici mesi, come sottolineato da RaiNews il 23 maggio 2025, è una misura cautelare per tutelare gli alunni, in attesa dell’esito del procedimento.
La maestra, per il principio di presunzione di innocenza, avrà l’opportunità di difendersi.
Tuttavia, il caso solleva interrogativi sulla vigilanza nelle scuole: come ha potuto un comportamento così grave protrarsi per tre mesi senza interventi tempestivi?
Le denunce dei genitori sono state fondamentali, ma evidenziano una falla nel sistema di controllo interno.


