Vergogna a Montevarchi: pane e olio agli alunni morosi 

una fetta di pane con olio

La decisione dell’amministrazione comunale di centrodestra di Montevarchi (Arezzo) di servire pane e olio agli alunni le cui famiglie risultano morose nel pagamento del servizio mensa ha suscitato un acceso dibattito politico e sociale. La misura, giustificata dalla necessità di recuperare 85.000 euro di mancati pagamenti, ha sollevato perplessità in merito all’impatto sulla dignità e sul benessere degli studenti coinvolti. Peccato, però, che ai politici “inadempienti” (giusto per usare un eufemismo) nessuno imponga pane e vergogna! 

Il contesto normativo e la gestione delle morosità scolastiche

Le amministrazioni locali hanno la responsabilità di garantire il diritto all’istruzione e, al contempo, gestire in modo equo ed efficace i servizi scolastici. 

Il Decreto Legislativo 63/2017 disciplina il diritto al pasto scolastico, stabilendo che gli enti locali possano prevedere misure per il recupero delle morosità, ma nel rispetto dei principi di equità e tutela dei minori. 

Tuttavia, l’attuazione di misure che incidono direttamente sui bambini solleva interrogativi sul rispetto del principio di non discriminazione, sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Le posizioni politiche e sociali

L’iniziativa ha ricevuto critiche da parte del Partito Democratico, che ha definito la misura una forma di discriminazione, sottolineando che esistono strumenti alternativi per il recupero delle morosità senza penalizzare gli studenti. 

Simona Querci, responsabile Scuola del PD Toscana, ha evidenziato come una decisione simile fosse già stata adottata nel 2017 dalla stessa amministrazione e ha ribadito la necessità di soluzioni più giuste e dignitose.

D’altra parte, la sindaca Silvia Chiassai Martini ha difeso la scelta, spiegando che il precedente regolamento, adottato dalle amministrazioni di centrosinistra, prevedeva addirittura la sospensione del pasto per gli alunni morosi. 

La modifica apportata dall’attuale giunta, secondo la sindaca, mira a responsabilizzare le famiglie, pur garantendo un pasto minimo ai bambini.

bambina triste con la testa sulle ginocchia

L’impatto sui bambini e l’ambiente scolastico

L’introduzione di misure restrittive nel servizio mensa scolastica può avere ripercussioni significative sul benessere psicologico e sociale degli studenti

La scuola dovrebbe essere un luogo di inclusione e sostegno, e non un ambiente in cui le difficoltà economiche delle famiglie si traducano in disparità di trattamento tra i bambini. 

La somministrazione di un pasto differenziato può, infatti, generare senso di esclusione e stigma tra gli studenti, incidendo sulla loro autostima e integrazione nel gruppo classe.

Possibili alternative e buone pratiche

Alcuni comuni italiani hanno adottato strategie diverse per gestire le morosità, senza penalizzare i bambini. 

Tra le soluzioni possibili:

  • fondi di solidarietà comunali per coprire temporaneamente le spese delle famiglie in difficoltà;
  • piani di rateizzazione e supporto economico per evitare l’accumulo di debiti;
  • interventi mirati di assistenza sociale, per identificare precocemente situazioni di disagio e fornire un supporto adeguato.

L’adozione di misure inclusive, che non penalizzino i bambini per situazioni economiche di cui non sono responsabili, rappresenta una strada percorribile per garantire il diritto alla mensa scolastica nel rispetto della dignità e dell’equità sociale.

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