In concomitanza con l’apertura del nuovo anno scolastico 2025/26, si riaccende il dibattito sul problema edilizia scolastica nel nostro Paese. A sollevare la questione è Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, che sottolinea come i dati allarmanti, noti da tempo, rappresentino una vera e propria emergenza infrastrutturale nazionale, che richiede interventi immediati e investimenti adeguati per garantire la sicurezza di studenti e personale.
Il Problema Edilizia Scolastica: un’Emergenza Nazionale Dimenticata
La condizione delle infrastrutture scolastiche italiane costituisce una criticità strutturale che affligge il sistema educativo da decenni.
Nel Comunicato stampa della FLC CGIL, Gianna Fracassi evidenzia come, all’inizio di ogni anno scolastico, emergano rapporti, non sempre coerenti tra loro, che confermano un diffuso stato di degrado.
L’assenza cronica di investimenti mirati ha portato a una situazione in cui la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici è spesso insufficiente.
Tale scenario rappresenta un ostacolo significativo non solo per la sicurezza, ma anche per la qualità stessa dell’insegnamento.
La segretaria della FLC CGIL ribadisce che i numeri relativi a questa emergenza sono noti da anni, eppure le soluzioni concrete tardano ad arrivare, in modo da trasformare un problema noto in una crisi trascurata che necessita di un’attenzione politica prioritaria e di risorse finanziarie adeguate per essere risolta in maniera definitiva. Un intervento organico è un passo non più rinviabile per il futuro della scuola.
Rischio Sismico e Impatto del Cambiamento Climatico sulle Scuole
Alle carenze strutturali preesistenti si sommano oggi nuove e pressanti minacce.
Una parte consistente del territorio nazionale è esposta a un elevato rischio sismico e idrogeologico, una condizione che rende ancora più urgente la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
A questo quadro si aggiungono i rischi derivanti dal cambiamento climatico, come le ondate di calore sempre più intense e frequenti.
In tale contesto, appare evidente l’inadeguatezza delle strutture: secondo i dati riportati, solo il 6% delle sedi scolastiche è dotato di impianti di condizionamento e ventilazione.
Una simile carenza rende gli ambienti di apprendimento poco salubri e inadatti a sostenere l’attività didattica durante i periodi più caldi, e mette in discussione la fattibilità di proposte come l’allungamento del calendario scolastico.
Affrontare il problema edilizia scolastica significa, quindi, anche adattare le infrastrutture alle nuove sfide ambientali.

Qualità dell’Offerta Formativa e Diritto allo Studio a Rischio
La qualità dell’offerta formativa è intrinsecamente legata alle condizioni delle strutture in cui si svolge. Ambienti di apprendimento sicuri, moderni e funzionali sono un presupposto essenziale per garantire un’istruzione efficace.
La mancanza di spazi adeguati come mense, palestre e laboratori limita in modo considerevole le opportunità educative degli studenti.
L’assenza di una mensa, ad esempio, compromette la possibilità di estendere il tempo pieno, un modello didattico fondamentale per contrastare la dispersione scolastica e ridurre i divari territoriali.
Allo stesso modo, la carenza di palestre e laboratori preclude lo svolgimento di attività pratiche e motorie, elementi determinanti per uno sviluppo completo e armonico degli alunni.
Il problema edilizia scolastica si traduce, di conseguenza, in una compressione del diritto allo studio, con un impatto negativo diretto sulle future generazioni.
L’Utilizzo dei Fondi del PNRR per la Sicurezza Scolastica
Una risposta concreta all’emergenza infrastrutturale sarebbe dovuta arrivare dalle risorse stanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Tuttavia, il monitoraggio condotto dalla CGIL rivela ritardi significativi nell’attuazione dei progetti.
Per quanto riguarda la Missione 4, dedicata all’Istruzione e alla Ricerca, solo il 24% dei progetti risulta concluso.
I dati specifici per l’edilizia sono ancora più preoccupanti:
- messa in sicurezza dell’edilizia scolastica: su 3.143 progetti, ne risultano completati solo 625, pari al 20,2%.
- estensione del tempo pieno e mense: la percentuale di completamento si attesta al 9,4%.
- potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola: i progetti conclusi sono appena il 10,2%.
- interventi contro i divari territoriali e l’abbandono scolastico: il dato scende al 5,7%.
Questi numeri indicano una capacità di spesa insufficiente e una lentezza burocratica che rischiano di vanificare un’opportunità irripetibile per modernizzare il patrimonio edilizio scolastico italiano e renderlo finalmente sicuro e funzionale.
L’Appello al Ministro Valditara: Servono Investimenti Concreti
Di fronte a questo scenario, la FLC CGIL lancia un appello diretto al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, proprio nell’ambito dell’edilizia scolastica.
La sicurezza e la qualità della scuola richiedono investimenti strutturali e un’attenzione costante da parte del governo. È inaccettabile che il personale scolastico, le studentesse e gli studenti siano costretti a operare e apprendere in contesti inadeguati e potenzialmente pericolosi.
La segretaria generale Gianna Fracassi conclude che il problema edilizia scolastica dovrebbe essere una priorità assoluta nell’agenda del Ministro.
Non si tratta più solo di una questione di manutenzione, ma di una scelta politica fondamentale per il futuro del Paese, poiché investire in scuole sicure e moderne significa investire direttamente nella formazione dei cittadini di domani e nella crescita sociale ed economica dell’intera nazione.
Comunicato stampa FLC CGIL (Problema Edilizia Scolastica)
“In apertura di anno scolastico, ancora una volta, si diffondono rapporti non sempre coerenti tra loro, relativi alle condizioni dell’edilizia scolastica. Si tratta di numeri noti da anni e che rappresentano una vera e propria emergenza infrastrutturale nazionale.
Alla cronica mancanza di investimenti si aggiungono i pericoli legati all’elevato rischio sismico e idrogeologico che riguarda una parte consistente del nostro Paese. A questo si associano oggi anche i nuovi rischi causati dal cambiamento climatico e dalle ondate di calore, con gli impianti di condizionamento e ventilazione presenti solo nel 6% delle sedi scolastiche, seppure spesso sentiamo parlare a sproposito di un allungamento del calendario scolastico.
La qualità dell’offerta formativa e la possibilità di esercitare il diritto all’istruzione sono connesse alle strutture edilizie, come mense, palestre e laboratori.
Il tema della sicurezza deve rimanere prioritario. Una risposta a questa condizione dell’edilizia scolastica sarebbe dovuta arrivare – aggiunge la sindacalista – dalle risorse del PNRR che la Cgil sta monitorando, ma sappiamo che solo il 24% dei progetti della Missione 4 è concluso e che per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica su 3.143 progetti ne risultano completati solo 625, il 20,2%, per l’estensione del tempo pieno il 9,4%, per il potenziamento infrastrutture sport a scuola siamo al 10,2% e per i divari territoriali scuola secondaria e abbandono scolastico al 5,7%.
Per la sicurezza, come per la qualità della scuola, sono necessari investimenti e l’attenzione di chi governa a un segmento fondamentale della società. È inaccettabile che lavoratrici e lavoratori della scuola, studentesse e studenti, alunne e alunni, vivano e apprendano in contesti inadeguati e non sicuri. Di questo dovrebbe occuparsi prioritariamente il ministro Valditara.”


