Protesta dei precari della scuola che, il 13 novembre 2025, a partire dalle ore 15:00, si riuniranno davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito, in Viale Trastevere a Roma, per una manifestazione organizzata dalla FLC CGIL.
L’obiettivo è chiaro: denunciare l’assenza di risposte concrete da parte del governo e del ministro Giuseppe Valditara, accusati di aver dimenticato le migliaia di lavoratrici e lavoratori che ogni anno garantiscono il funzionamento del sistema scolastico italiano, nonostante siano ancora privi di stabilità e tutele.
Secondo i sindacati, il recente Decreto Legge 127/2025 e la Legge di Bilancio in discussione al Senato non offrono alcuna soluzione ai 300.000 precari, tra docenti e personale ATA, che da anni attendono un percorso chiaro di assunzione.
I motivi della protesta dei precari della scuola: zero stabilità, zero risposte
La protesta dei precari della scuola nasce da un malcontento profondo, maturato dopo mesi di promesse disattese e provvedimenti giudicati insufficienti. Nel volantino ufficiale della FLC CGIL, il sindacato elenca punto per punto le principali criticità:
- Nessuna stabilizzazione per oltre 130.000 posti di sostegno in deroga, che ogni anno vengono riassegnati a tempo determinato.
- Idonei dei concorsi 2020, PNRR 1 e PNRR 2 ancora in attesa di assunzione, mentre nuovi bandi rischiano di lasciarli “congelati” per anni.
- Mancanza di risorse per il reclutamento del personale ATA e per la formazione professionale dei docenti.
- Nessun intervento per ridurre i costi dei corsi abilitanti e di specializzazione, spesso a carico totale dei lavoratori.
- Assenza di una regolamentazione efficace contro il mercato dei titoli online o esteri, che penalizza i docenti italiani e abbassa la qualità del sistema formativo.
- Mancato confronto sul nuovo regolamento delle supplenze, con problemi legati all’algoritmo di assegnazione e alle tabelle di valutazione.
- Carenza cronica di insegnanti in molte regioni, soprattutto per la scuola primaria, senza adeguato ampliamento dei posti nei corsi universitari.
- Esclusione ingiustificata di specializzandi del X ciclo TFA sostegno e laureandi in Scienze della Formazione Primaria dal concorso PNRR 3.
La denuncia è dura: “zero stabilità, zero risposte, zero futuro”. Secondo la FLC CGIL, i provvedimenti del governo Meloni e del ministro Valditara mantengono i lavoratori “in una condizione di precarietà e ricattabilità permanente”, minando la qualità della scuola pubblica.
La richiesta dei sindacati: più assunzioni e una scuola di qualità
La mobilitazione del 13 novembre non è solo una protesta contro il governo, ma una richiesta di riforma strutturale del reclutamento scolastico. La FLC CGIL chiede al Ministero di:
- Stabilizzare il personale precario, a partire dai docenti con anni di servizio alle spalle.
- Trasformare i posti annuali in cattedre di ruolo, riducendo l’abuso dei contratti a termine.
- Investire nella formazione e rendere accessibili i percorsi abilitanti.
- Riformare il sistema di assegnazione delle supplenze, garantendo trasparenza e correttezza.
- Ascoltare le indicazioni della Commissione Europea, che da tempo sollecita l’Italia a ridurre il precariato nella pubblica amministrazione.
Il sindacato sottolinea che la stabilità del personale è un fattore decisivo per la qualità dell’offerta formativa: una scuola fatta di insegnanti precari, costretti ogni anno a cambiare istituto o regione, non può garantire continuità educativa agli studenti.
L’appuntamento: tutti in piazza il 13 novembre 2025
L’appello lanciato dalla FLC CGIL è rivolto a tutto il mondo della scuola: docenti, ATA, specializzandi e studenti sono invitati a partecipare alla manifestazione nazionale.
Quando: giovedì 13 novembre 2025
Orario: dalle ore 15:00
Dove: Ministero dell’Istruzione e del Merito – Viale Trastevere, Roma
L’obiettivo è quello di ottenere un impegno concreto da parte del governo Meloni e del ministro Valditara su tre punti fondamentali:
- la stabilizzazione degli organici,
- il futuro del personale precario,
- nuove risorse per la scuola pubblica.
La protesta dei precari della scuola per il futuro dell’istruzione
La protesta dei precari della scuola non è solo una rivendicazione sindacale: è una battaglia per il futuro dell’istruzione italiana. Dietro i numeri ci sono migliaia di insegnanti che, nonostante contratti brevi e stipendi bassi, continuano ogni giorno a garantire la continuità delle lezioni, spesso in condizioni difficili.
Rendere stabile chi da anni lavora nelle scuole significa valorizzare la professionalità, ridurre il turnover e offrire agli studenti una didattica più solida e coerente.
Una scuola che non lascia indietro i suoi lavoratori
Il 13 novembre 2025 sarà una data simbolica per il mondo dell’istruzione. La protesta dei precari della scuola rappresenta un grido di allarme ma anche di speranza: quella di un sistema scolastico che non può più basarsi sull’instabilità, sulla burocrazia e sulla disattenzione politica.
Le richieste della FLC CGIL sono chiare e condivise da gran parte del personale: più assunzioni, più diritti, più investimenti. Solo così la scuola italiana potrà davvero definirsi pubblica, inclusiva e di qualità.


