Servizio nelle scuole paritarie: possibile rivoluzione dalla Corte Europea

una docente spiega alla lavagna

Il 12 marzo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dal sindacato Anief in merito al riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie, attualmente valutato in maniera diversa rispetto a quello prestato nelle scuole statali nell’ambito degli scatti stipendiali e della ricostruzione di carriera.

Sfida sul riconoscimento del Servizio

La tematica è di grande importanza e coinvolge un elevato numero di insegnanti e personale amministrativo. Quando si passa al sistema scolastico statale, infatti, spesso si ignora il servizio svolto presso le scuole paritarie per quanto riguarda gli scatti di anzianità e la ricostruzione di carriera.

Il 14 agosto 2024 il Tribunale di Padova ha sollevato dubbi sulla possibile violazione del principio di non discriminazione previsto dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, trattandosi di lavoratori dello stesso settore. Da qui la decisione di rimettere la decisione finale nelle mani della Corte Europea.

Alla base della questione c’è, tuttavia, un inammisibile vuoto normativo.

Sebbene il decreto legislativo 297 del 1994 riconoscesse il servizio prestato presso scuole “parificate”, “legalmente riconosciute” e “pareggiate”, con l’introduzione della legge n. 62 del 2000 sulla parità scolastica, tutte queste definizioni sono confluite in “paritarie”.

Sta di fatto che le normative relative alla carriera non sono state adeguate a questa unificazione, creando un vuoto giuridico che ha penalizzato economicamente circa 300mila docenti.

Implicazioni economiche e futuri sviluppi

Secondo una stima del 2018, oltre 2,5 miliardi di euro sono stati “risparmiati” dalle casse pubbliche a causa del mancato aggiornamento delle retribuzioni per circa il 30% degli insegnanti che sono passati dalle scuole paritarie alle statali negli ultimi vent’anni.

Nel caso in cui la Corte Europea dovesse accogliere il ricorso – di contro anche ad alcune precedennti sentenze emesse dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale – è facile ipotizzare l’arrivo di centinaia di ricorsi (con elevate probabilità di successo) da parte dei docenti che non si sono visti riconoscere il servizio nelle scuole paritarie ai fini degli scatti stipendiali e della ricostruzione di carriera.

Da parte sua, il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha affermato di essere molto fiducioso sull’esito del verdetto.

“Se il ricorso verrà accolto – ha detto – saranno necessari cambiamenti storici dal momento che, a quel punto, qualsiasi ricorso in Italia dovrà applicare la decisione della Corte UE”.

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