Stop ai cellulari a scuola, Giannelli (ANP) avverte: “Gli smartphone non potranno essere ritirati dai docenti” 

Giuseppe Montone

2 Settembre 2025

L'insegna "No cellulari" affissa sulla porta di una classe

Stop ai cellulari a scuola, Giannelli (ANP) avverte: “Gli smartphone non potranno essere ritirati dai docenti” 

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Il dibattito sullo stop ai cellulari a scuola continua ad animare il panorama educativo. La misura chiarisce i confini dell’intervento scolastico: nessuna confisca è permessa, ma l’utilizzo illecito può essere sanzionato. Una precisazione fondamentale arriva da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP), che delinea i limiti pratici e normativi entro i quali le scuole devono operare, in un equilibrio tra esigenze didattiche e regole disciplinari.

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Stop ai cellulari a scuola: le precisazioni del presidente ANP

Le scuole non hanno alcuna autorità per ritirare i telefoni cellulari ai propri alunni. Il personale scolastico potrà soltanto invitare gli studenti a riporre i dispositivi nello zaino. 

A chiarire i contorni della questione è Antonello Giannelli, il quale in una dichiarazione ad Adnkronos sottolinea l’irrealizzabilità di proposte come la consegna degli apparecchi all’ingresso o la loro custodia in appositi armadietti. 

Simili soluzioni sono impraticabili, poiché gli istituti non dispongono né del personale né degli spazi necessari per gestire una simile procedura. 

Il presidente dell’ANP evidenzia, inoltre, come la polemica sull’uso didattico dello smartphone sia superata dagli eventi. Grazie ai fondi del PNRR, le scuole si sono dotate di moderne attrezzature tecnologiche, quali notebook, tablet e computer, che rendono superfluo l’impiego del telefono personale per le attività di apprendimento, relegandolo a una mera fonte di distrazione.

Il ruolo dei regolamenti d’istituto e le sanzioni disciplinari

Per rendere effettivo lo stop ai cellulari a scuola, è essenziale che ogni istituzione scolastica lo recepisca all’interno del proprio regolamento. 

In seguito alla nota ministeriale n. 5274 dell’11 luglio 2024 e alla Circolare n. 3392 del 16 giugno, le scuole sono tenute a qualificare l’uso del cellulare in classe come “infrazione disciplinare“. 

Il presidente dell’ANP spiega che soltanto in questo modo gli istituti, nel rispetto della loro autonomia, potranno sanzionare l’impiego illecito del dispositivo. Molte scuole, a dire il vero, avevano già inserito tale divieto nei loro regolamenti ben prima delle recenti indicazioni ministeriali. 

La formalizzazione di questa regola a livello di singolo istituto diventa, pertanto, il perno per garantire un’applicazione coerente e legittima delle norme, senza la quale ogni intervento risulterebbe privo di fondamento giuridico.

Stop ai cellulari a scuola: una dipendente ATA invita gli alunni a riporre i cellulari nello zaino prima di entrare a scuola

L’opinione pubblica italiana e il consenso sul divieto

La posizione delle istituzioni scolastiche sullo stop ai cellulari a scuola trova un forte sostegno nell’opinione pubblica. Secondo un’indagine condotta da Swg, Kpmg e Ministero dell’Istruzione e del Merito, il 76% degli italiani si dichiara favorevole al divieto di utilizzare gli smartphone nelle scuole secondarie. 

Un consenso quasi plebiscitario, che risulta particolarmente marcato tra i genitori e gli over 55, ma che raccoglie ampi consensi anche tra i giovani fino ai 34 anni. 

I pericoli associati a un uso incontrollato del cellulare da parte degli adolescenti sono percepiti in modo chiaro: al primo posto figura l’esposizione a rischi esterni come il cyberbullismo, la condivisione di dati personali e il contatto con sconosciuti. 

Seguono il timore che si sviluppino forme di dipendenza e di isolamento sociale. Paradossalmente, le conseguenze negative sulle prestazioni scolastiche sono indicate come una preoccupazione minore.

Uno sguardo al contesto europeo: il caso francese

L’ostilità verso l’uso degli smartphone in classe, che ha portato alla misura dello stop ai cellulari a scuola in Italia, non è una peculiarità nazionale. Un recente sondaggio pubblicato dal quotidiano Le Figaro ha rivelato come il 94,2% dei cittadini francesi sia favorevole a estendere anche alle scuole superiori il divieto di utilizzo dei telefoni cellulari, una misura già in vigore per gli studenti dei collèges

Un risultato così schiacciante, emerso da una consultazione che ha coinvolto oltre 13.000 votanti, conferma la netta opposizione dell’opinione pubblica francese alla presenza dei cellulari in ambiente scolastico. 

Tale dato colloca il dibattito italiano all’interno di una tendenza continentale più vasta, dove la necessità di preservare l’ambiente di apprendimento dalla pervasività della tecnologia digitale è avvertita come una priorità educativa imprescindibile.