L’educazione è un diritto fondamentale che dovrebbe essere accessibile a tutti. Da queste semplici parole si comprende l’importanza della didattica per BES.
Con tale dicitura si vanno a intendere gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES). Questa forma d’insegnamento si concentra sull’adattare l’insegnamento. Tale azione serve per soddisfare le esigenze individuali degli alunni con disagio scolastico.
I docenti di sostegno, ma anche quelli curriculari, devono quindi soffermarsi su un argomento tanto importante. Infatti, la didattica per BES è in grado di tutelare il diritto allo studio dei discenti.
Quale didattica per gli alunni con BES?
La didattica per BES è un approccio all’insegnamento che tiene conto delle diverse abilità e bisogni degli allievi. Essa si basa su una serie di strategie, metodi e risorse.
Le stesse sono progettate per supportare l’apprendimento di coloro che potrebbero avere difficoltà nell’ambiente educativo tradizionale.
Questi studenti possono avere sia disabilità fisiche sia cognitive. Presentano anche disturbi dell’apprendimento, autismo, ADHD e altre sfide educative.
Uno dei principi fondamentali della didattica per BES è il concetto di personalizzazione dell’approccio educativo. Ogni studente è un individuo unico, con una propria combinazione di talenti, sfide e modalità di apprendimento.
Pertanto, la didattica deve essere adattata per soddisfare le esigenze specifiche di ciascun alunno. Questo può includere l’uso di strumenti e materiali didattici specializzati.
Inoltre, può riguardare anche la modifica delle attività di apprendimento e la fornitura di supporto aggiuntivo quando necessario.
Cosa fa la scuola per promuovere l’inclusione dei BES?
Parlando di didattica per BES è indispensabile scandagliare anche un altro argomento. Si tratta di comprendere quali siano le operazioni concrete svolte dalla scuola per includere gli alunni presi in esame.
Gli istituti lavorano per identificare gli studenti con bisogni speciali e creare piani individualizzati per ciascuno di loro. Tali piani, noti come PEI o PDP delineano le necessità specifiche degli alunni e le strategie per soddisfarle.
La scuola offre supporto specialistico ai BES. Questo può includere insegnanti di sostegno, psicologi scolastici, terapisti occupazionali e logopedisti, tra gli altri professionisti.
I suddetti esperti collaborano con i colleghi curriculari per adattare l’insegnamento alle esigenze dei discenti.
Differenze tra PEI e PDP
Attraverso la didattica per BES, si mira ad individuare gli obiettivi educativi personalizzati per tale tipologia di discenti.
In merito, redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI), è obbligatorio all’inizio di ogni anno scolastico.
Lo stesso, che è stato recentemente modificato, deve poggiarsi su specifici elementi:
- la dimensione della Socializzazione e dell’Interazione;
- la dimensione della Comunicazione e del Linguaggio;
- la dimensione dell’Autonomia e dell’Orientamento;
- la dimensione Cognitiva, Neuropsicologica e dell’Apprendimento.
Diverso è il discorso per il PDP, ovvero il Piano Didattico Personalizzato. Esso è obbligatorio quando ci sono in classe studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
Tale documento ufficiale deve contenere:
- i dati anagrafici dell’alunno;
- la tipologia di disturbo;
- le attività didattiche individualizzate;
- le attività didattiche personalizzate;
- gli strumenti compensativi utilizzati;
- le misure dispensative adottate;
- le forme di verifica e valutazione personalizzate.
In conclusione, la didattica per BES è parte integrante del processo di redazione del PEI e del PDP. Il tutto rappresenta un impegno condiviso da parte dell’intera scuola.
Il fine è di garantire che ogni allievo con Bisogni Educativi Speciali abbia accesso a un’educazione di qualità.
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