Registro elettronico unico: la petizione che spinge per una gestione centralizzata

Rosalia Cimino

11 Marzo 2025

Rete di computer

Registro elettronico unico: la petizione che spinge per una gestione centralizzata

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Il dibattito sull’adozione di un registro elettronico unico gestito direttamente dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) si accende con una petizione online. 

L’iniziativa, promossa dal Comitato Registro Pubblico Nazionale, nasce con l’obiettivo di spingere il governo a centralizzare la gestione del registro scolastico, garantendo maggiore efficienza, sicurezza dei dati e una riduzione dei costi per le scuole.

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I vantaggi di un sistema centralizzato

L’idea di un software unico a livello nazionale è stata recentemente presa in considerazione dal ministro Giuseppe Valditara, che ha annunciato un’analisi costi-benefici per valutarne la fattibilità. 

Secondo le promotrici della petizione, Federica Patti e Giovanna Garrone, un registro elettronico unico potrebbe portare importanti benefici, soprattutto dal punto di vista economico. 

Oggi, ogni scuola acquista software da aziende private, con un investimento stimato in oltre 35 milioni di euro all’anno a livello nazionale. Un sistema unificato permetterebbe invece un’ottimizzazione delle risorse, evitando spese frammentate e differenze di gestione tra i vari istituti.

Oltre all’aspetto economico, viene evidenziata anche la questione della sicurezza dei dati. Con un sistema gestito direttamente dallo Stato, si garantirebbe una maggiore protezione delle informazioni sensibili, riducendo il rischio di violazioni o utilizzi impropri da parte di soggetti esterni.

In attesa che il Ministero prenda una decisione definitiva, la petizione chiede almeno l’adozione immediata di linee guida che regolamentino il settore, stabilendo criteri chiari per le aziende fornitrici dei registri elettronici.

Critiche e perplessità dal settore

L’idea di un registro elettronico unico, però, incontra anche opposizioni. In particolare, Assoscuola, che rappresenta il 75% delle aziende fornitrici di software scolastici, esprime forti dubbi sulla proposta. 

L’associazione sottolinea come un sistema unico possa limitare l’autonomia scolastica, principio fondamentale che consente a ogni istituto di scegliere strumenti più adatti alle proprie esigenze.

Un altro punto critico riguarda la personalizzazione dei servizi. Ogni scuola ha necessità specifiche e le attuali soluzioni offerte da aziende private permettono una maggiore flessibilità

L’adozione di un unico registro elettronico potrebbe quindi risultare troppo rigida e meno efficiente rispetto alle attuali opzioni disponibili sul mercato.

La questione è arrivata anche in Parlamento, dove la deputata Elisabetta Piccolotti (Alleanza Verdi e Sinistra) ha presentato un’interrogazione per chiedere maggiore chiarezza sui piani del Ministero e sollecitare una regolamentazione del settore.

Mentre il dibattito continua, la petizione raccoglie sempre più adesioni, segnale di un’esigenza concreta di riforma nella gestione digitale delle scuole italiane. Resta da vedere se il Ministero deciderà di intervenire con un registro elettronico unico o se preferirà mantenere il sistema attuale con un maggiore controllo normativo.